Energia a basso costo per rilanciare l’auto in Europa: il Clean Industrial Deal deciderà tutto

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il disastro del costo dell’energia stellare è uno dei guai alla base dello tsunami auto in Europa.
clean ue

Se l’auto va malissimo in Europa, col colossale flop dell’elettrico, è anche colpa del costo dell’energia. L’Ue punisce molto severamente Putin, non comprando più dal leader russo low-cost il gas dopo l’invasione ucraina da parte di Mosca: così, deve acquistare gas carissimo altrove. O deve rigassificare, con spese folli (e terribili conseguenze a livello ambientale). Spesso, Tavares (ex capo Stellantis) e Blume (VW) hanno parlato di costo elevatissimo dell’energia, non per nulla. E infatti la cinese BYD va a costruire in Ungheria, dove l’energia ha un prezzo basso, per via del fatto che i magiari comprano ancora gas russo. Allora, l’Ue affronterà il tema in occasione del Clean Industrial Deal.

I pilastri Ue

La prossima strategia di decarbonizzazione industriale dell’Unione europea ruoterà attorno a sei pilastri: prezzi dell’energia, forza lavoro, commercio, in particolare, come un alto funzionario della Commissione Ue ha confessato a politico.ue. In arrivo l’attesissimo Clean Industrial Deal, un piano pluriennale per dare impulso alle tradizionali industrie ad alta intensità energetica dell’Ue e ai settori emergenti delle tecnologie pulite, il 26 febbraio, entro i primi 100 giorni del suo nuovo mandato. Anche a beneficio dell’industria auto e dell’elettrico, già di per sé costoso come il fuoco. Gli elevati prezzi dell’energia nell’Ue, rispetto ad altre economie avanzate, stanno rendendo più difficile per le aziende del blocco competere con i rivali stranieri. Addirittura, la Commissione intende pubblicare un “piano d’azione” sull’energia accessibile insieme al Clean Industrial Deal. 

Meglio tardi che mai

Il Green Deal e l’auto elettrica 2035 col bando termico sono del 2019. Adesso, il 22 gennaio 2025, l’Ue si attiva con incentivi auto europei e con un piano sull’energia. Sei anni sprecati. Comunque, meglio tardi che mai. Anche perché arrivano le elezioni del 25 febbraio 2025 in Germania, e poi ci saranno quelle in Francia: la sinistra trema, sia a Berlino e Parigi, sia a Bruxelles.

Ursula von der Leyen

Parla Ursula von der Leyen

Nel suo discorso al World Economic Forum di Davos di martedì, il presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha segnalato che le infrastrutture saranno al centro del piano energetico. “Non solo dobbiamo continuare a diversificare le nostre forniture di energia ed espandere le fonti di generazione pulite. Dobbiamo anche mobilitare più capitale privato per modernizzare le nostre reti elettriche e le infrastrutture di stoccaggio. E collegare meglio i nostri sistemi energetici puliti e a basse emissioni di carbonio. Tutto ciò farà parte di un nuovo piano che presenteremo a febbraio”. Chissà che non si punti finalmente su numerose e capillari e veloci colonnine di ricarica per l’auto elettrica. Servono soldi. Dove prenderli? I denari del fondo anti pandemia si sta esaurendo. Magari possono entrare in gioco le banche, o si lancerà un Eurobond.

Circular Economy Act: cos’è

Per quanto riguarda il riciclaggio e le materie prime essenziali, la Commissione proporrà un Circular Economy Act l’anno prossimo per affrontare la carenza di risorse e ridurre gli sprechi. La Commissione si riferisce a misure che creano domanda di beni decarbonizzati, come l’impostazione di quote. Un esempio potrebbe essere l’obbligo di una certa percentuale di materiali rispettosi del clima nei contratti di appalto pubblico. La scorsa settimana, il Commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra ha detto ai parlamentari europei nella commissione per l’industria del Parlamento europeo che per aiutare sia le industrie emergenti che quelle tradizionali, “dobbiamo assicurarci di creare mercati guida” e di ridurre la burocrazia.

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