Il livello di innovazione e competitività raggiunto dai produttori cinesi di auto elettriche sta attirando l’attenzione dei principali attori dell’industria globale. Un boom, che, del resto, non è passato inosservato alle autorità cinesi, le quali hanno implementato misure normative tese a favorire questo processo con l’espansione della domanda interna.
Al tempo stesso, molte case cinesi stanno reindirizzando la loro strategia verso i mercati internazionali, a partire da quelli di Europa e Stati Uniti, regioni che sono considerate cruciali per la loro espansione, proprio in quanto la crescente domanda di veicoli elettrici offre grandi opportunità. Trovando però forti resistenze istituzionali, in particolare sotto forma di dazi, tali da prefigurare una guerra commerciale.
Secondo Elon Musk l’evoluzione dei produttori cinesi è impressionante
Il CEO di Tesla, Elon Musk, nel corso di una recente conferenza con gli azionisti che aveva come tema gli utili trimestrali, ha affermato che i produttori cinesi di veicoli elettrici si stanno evolvendo a un ritmo impressionante. L’uomo più ricco del mondo ha poi osservato che l’unico ostacolo in grado di fermarne la massiccia espansione sono le restrizioni commerciali imposte da alcuni Paesi. Senza queste barriere, secondo lui, i marchi cinesi “demolirebbero” gran parte della concorrenza internazionale.
Occorre però sottolineare che lo stesso Musk non ha esitato a riconoscere la qualità di queste aziende, sottolineandone la competitività in termini di innovazione e costi di produzione. In questo convincimento, del resto, il fondatore di Tesla non è certo isolato.
Anche il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, ha messo in guardia sull’impatto che questi marchi avranno sul mercato globale. Secondo lui si tratta del principale concorrente con cui occorre fare i conti. Aggiungendo che l’espansione di questi marchi rappresenta una sfida strategica che le aziende globali devono affrontare con soluzioni innovative e prodotti competitivi.
Mentre il suo omologo di Ford, Jim Farley, di ritorno da un viaggio in Cina teso a studiarli, ha dal canto suo rilanciato affermando che le case del Dragone sono anni avanti alla concorrenza internazionale. Tanto da rappresentare un vero e proprio pericolo esistenziale. Detto in maniera ancora più semplice, o queste ultime cambiano marcia, oppure sono destinate a chiudere i battenti.
Cosa intendono fare i marchi concorrenti?
In Europa e negli Stati Uniti, le restrizioni commerciali stanno plasmando con forza il panorama competitivo. Alcuni Paesi, ad esempio la Francia hanno attuato misure come l’esclusione degli aiuti pubblici per i veicoli elettrici prodotti al di fuori dell’Europa. Le case transalpine, però, non esportano molto in Cina, quindi non devono preoccuparsi delle ritorsioni di Pechino, a differenza di quelle tedesche. Che non a caso sono contro le tariffe aggiuntive emanate a livello UE per arginare le auto elettriche cinesi.
Una impostazione che non è stata adottata in Spagna, ove invece tutti i veicoli elettrici, compresi quelli di origine cinese, possono accedere agli aiuti del Piano Moves III. E il Paese iberico si è mosso per cercare di contrastare i dazi aggiuntivi, con un obiettivo di fondo: agevolare gli investimenti cinesi in loco. Politica accorta e del tutto contraria a quella del governo Meloni, che è stato praticamente escluso dalle aziende cinesi con cui si illudeva di poter stringere accordi dopo aver approvato le tariffe UE.
L’industria automobilistica deve puntare su innovazione e competitività, non sulle barriere commerciali
Tesla e Stellantis, però, si stanno già preparando per cercare di competere con nuove strategie, prescindendo dalle barriere commerciali. La casa californiana, ad esempio, prevede di lanciare un modello accessibile a molti nel 2025, mentre Stellantis scommette su veicoli come la Citroënë-C3 e la futura FIAT Panda elettrica, nel preciso intento di offrire alternative economiche e attraenti.
Quella dei dazi, infatti, è una politica molto controversa, che potrebbe andare a detrimento di un commercio che vorrebbe essere libero da lacci. E lo è soprattutto nel settore automobilistico, contrassegnato dal dinamismo e dalla necessità di adattarsi a un ambiente globale sempre più competitivo. Al di là dello sciocchezzaio UE, i marchi cinesi stanno ridefinendo le regole del gioco facendo leva su tecnologie avanzate e prezzi competitivi. Gli altri marchi dovranno adeguarsi oppure limitarsi al mercato domestico.