Ecco perché Volkswagen ha abbandonato il Segmento A

Natale LiVecchi Autore Auto
Volkswagen ID.3 nuovo restyling prototipo

La nuova logica implementata all’interno del Gruppo Volkswagen ha tolto la presenza del marchio tedesco in uno dei segmenti che in passato aveva rappresentato una fetta molto consistente del mercato. Parliamo del comparto destinato ai veicoli cittadini, in cui è presente dalla fine degli Anni ’90 quando debuttò la Lupo, e di cui fa parte oggi la up!. Il costruttore tedesco ora ha spiegato le motivazioni al centro di questo abbandono.

Volkswagen ha cercato di monopolizzare tutti i Segmenti di mercato, in una chiara dimostrazione di potenza, anche se si trattava di una condizione difficile da mantenere a lungo. L’obiettivo dei diversi amministratori delegati che l’hanno vissuta era uno solo: dimostrare alla concorrenza l’immenso potere finanziario per affrontare qualsiasi sfida, cosa che è stata raggiunta nel corso della sua storia, nonostante il fatto che con la Phaeton si sono visti i primi problemi e molto più con la Volkswagen XL1, quest’ultima impossibilitata a raggiungere l’effettiva produzione in serie.

Ma, a parte questi dettagli, Volkswagen si è lanciata in tutti i Segmenti e categorie di mercato, anche se è stata costretta ad abbandonarne uno che è stato importante quasi quanto il resto. Quelli di Wolfsburg hanno già detto addio al Segmento A, quindi non avranno un rappresentante nella categoria destinata alle piccole city car. Un comparto di entry level in cui il marchio è presente da 25 anni, dal lancio della Lupo fino alla più recente up! passando attraverso la Fox; ora però il costruttore dice addio a questa caratterizzazione come ha anche confermato Thomas Schäfer, CEO del Gruppo Volkswagen, in un’intervista in Germania.

Secondo Volkswagen, i prezzi già fuori controllo delle city car aumenterà con le imposizioni dell’Euro 7

Il capo del costruttore tedesco ha spiegato i motivi principali che lo hanno portato a prendere una decisione così drastica, anche se potrebbe non essere condivisa con altri costruttori. Il massimo rappresentante del marchio tedesco ha evidenziato fattori estremamente importanti per giustificare la decisione intrapresa, puntando direttamente il dito contro i prezzi: il brutale aumento dei costi e dei prezzi finali colloca oggi fuori dalla realtà questi piccoli modelli, sicuramente più economici, ancor di più con la tecnologia necessaria affinché i nuovi motori siano conformi alla futura normativa Euro 7 in merito alle emissioni.

Schäfer ha fatto notare che i costi stimati dall’Unione Europea, “da 200 a 300 euro per unità” non hanno alcun senso, precisando che se si fosse continuato con la up! il suo prezzo sarebbe salito quasi a fino a quello dell’attuale Segmento B destinato alle elettriche. Va ricordato, a titolo di esempio, che la e-up! è recentemente tornata sul mercato tedesco con un prezzo vicino ai 30.000 euro.

Thomas Schäfer
Il CEO di Volkswagen, Thomas Schäfer

Nel futuro del Gruppo c’è l’auto elettrica, anche (relativamente) economica

Il costruttore tedesco sta lavorando per colmare questa lacuna, così come quella della Polo ovvero dell’utilitaria che si trova sul filo del rasoio per lo stesso motivo. Il suo prezzo è infatti fin troppo alto, quindi gli sforzi si stanno concentrando su un paio di future auto elettriche il cui prezzo di vendita è compreso tra 20.000 e 25.000 euro. Tuttavia, Schäfer riconosce che, anche se vorrebbe che il suo futuro veicolo utilitario elettrico scendesse al di sotto dell’obiettivo minimo, oggi non ha trovato la formula per ridefinire una vera e propria “macchina del popolo”.

Una situazione complicata a cui si aggiunge un fattore in più: la Cina. Le auto elettriche del colosso asiatico stanno esplodendo in Europa ed è questione di tempo prima che raggiungano anche i Segmenti base del mercato, anche se il capo di Volkswagen pensa che sia difficile per un marchio asiatico osare sfondare nel Segmento A con una scommessa inferiore a 20.000 euro in termini di prezzo di approdo e che è redditizia nonostante i costi legati alle tecnologie di sicurezza e ai dazi dovuti all’importazione.

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