Ammettiamolo, la Austin Metro imponeva sulle proprie spalle un compito abbastanza arduo da portare a compimento. Quando l’8 ottobre del 1980 debuttava la Austin Metro, soprannominata dai più anche Mini Metro, proprio la Mini aveva ormai trascorso i suoi anni migliori. L’idea era infatti quella di provare a riprendere le redini della questione mandando definitivamente in pensione una vetturetta che aveva fatto storia e che era entrata definitivamente nel cuore di tanti.
La volontà intrinseca posta sul groppone della Austin Metro è rimasta però solamente sulla carta: la Austin Metro è stata infatti apprezzata in termini di vendite e incontrarne una, a suo tempo, non era complicato sebbene abbia fallito il compito che gli era stato affidato.
Oggi non si ha più traccia dei marchi che ne confezionarono la gestazione e la nascita. La British Leyland, ovvero la casa madre, fallì soltanto otto anni dopo la presentazione della Austin Metro. Lo stesso marchio Austin fece ben presto la stessa fine. Un set di fattori che finirono per influenzare il successo della Austin Metro che comunque venne prodotta per 18 lunghi anni, fino al 1998. Il fatto curioso è che la Metro concluse la sua produzione tre anni prima rispetto a quanto era stato fatto dalla Mini che voleva provare ad eguagliare.
Un prezzo comunque interessante per la Austin Metro
Tra i punti forti della Austin Metro c’era il suo prezzo particolarmente abbordabile. D’altronde il suo debutto insisteva in un Regno Unito fortemente caratterizzato da una consistente crisi economica che faceva il paio con una disoccupazione particolarmente elevata in termini di valori percentuali. I disordini sociali erano decisamente diffusi e una piccola vetturetta come le Austin Metro poteva interessare i più.
Ma ben preso la Austin Metro rivelò molteplici problemi di affidabilità che portava la vettura a risultare spesso destinataria di frequenti visite in officina, anche con rotture non indifferenti vista anche la semplicità costruttiva dell’epoca.
A partire dal 1985 la Austin Metro cominciò ad essere pubblicizzata anche in Italia con degli spot televisivi che avevano per protagonisti i comici Gemelli Ruggeri. I claim di allora definivano la vettura come “Nuova Metro, comoda dietro!, oppure, “La nuova Metro è un kolossal”. La Metro adottava alcune componenti di derivazione Mini, a cominciare dai propulsori da 998 cc e 1.275 cc Serie A passando per la trazione anteriore e il cambio manuale a quattro rapporti oltre ai telai ausiliari delle sospensioni.
La Austin utilizzava sulla Metro il sistema sospensivo Hydragas che derivava direttamente dalla Austin Allegro. La Metro risultava comunque particolarmente spaziosa, caratteristica che gli valse una buona fetta di popolarità. Oggi la Austin Metro viene considerata come un retaggio di un’industria automobilistica decadente, ma anche Lady Diana (prima di sposarsi col Principe Carlo) disponeva di una Austin Metro. Il fatto di averne avuta una prima della nota popolarità della principessa non permise ad Austin di cavalcare un’onda che invece avrebbe potuto portare alla Metro dosi di popolarità superiori rispetto a quelle sperimentate nella realtà dei fatti.