Ma quale intesa sull’auto elettrica nell’Unione europea fra Italia e Germania: la comunità era, resta e sarà spaccata. Il nostro governo tenta di far passare una clausola per esentare i biocarburanti (su cui sta investendo molto l’Eni) dal ban termico 2035. Ma vince il governo tedesco: strappa l’esenzione per gli e-fuel, “neutrali dal punto di vista climatico”.
Urso ci prova
Il ministro delle Imprese Urso ha chiesto una visione chiara di neutralità tecnologica, che per il governo di Giorgia Meloni significa una anche biocombustibile o idrogeno e non solo. La risposta di Berlino: “Non chiediamo nuovi biocarburanti che, se si calcola veramente, non sono climaticamente neutri. Producono gas, gas serra dal suolo. Ciò di cui abbiamo bisogno è la neutralità tecnologica”.
Il sì di pochi
Urso ha presentato agli omologhi europei, riuniti a Bruxelles per il Consiglio Competitività Ue, le linee guida automotive. Serve un European Automotive Act: anticipare dal 2026 ai primi mesi del 2025 la presentazione dei report sul settore previsti dal Regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri: clausola di revisione. Chi dice sì all’Italia? Secondo Urso: Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia e Repubblica Ceca. Il disastro è il no della Germania: a ruota, molti la seguono. Berlino così vince facile contro Roma. Il bando delle vendite di auto diesel e benzina nel 2035 resta. Neppure prese in esame le condizioni italiane: un fondo di sostegno per l’intera filiera e per i consumatori che acquistano vetture elettriche made in Europe; neutralità tecnologica, biocarburanti, e-fuel e idrogeno; autonomia europea nella produzione di batterie.
Operai in piazza: occhio
“Se non interveniamo subito, tra qualche mese troveremo in piazza gli operai dell’industria europea, così come avvenuto qualche mese fa con gli agricoltori. Come dice Draghi, è necessario affrontare la tematica senza paraocchi, senza ideologie, ma con una visione di neutralità tecnologica. Altrimenti l’Europa non reggerà la sfida”.