La cinese BYD fa due colpi, uno in Italia e l’altro in Europa. Da noi, il colosso cinese delle termiche a benzina ibride plug-in e delle elettriche il 20 e 21 febbraio 2025 incontrerà 300 fornitori italiani al Mauto Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Target, individuare partner strategici per la produzione di 500 mila vetture l’anno, che usciranno dagli stabilimenti europei sia in Ungheria (da ottobre 2025) sia in Turchia (da marzo 2026). Se elettriche, non pagheranno dazi Ue perché non Made in China; se PHEV, non pagheranno dazi Ue perché non elettriche e comunque non Made in China. Sono macchine Made by China: strategia intelligente del gigante asiatico.
![BYD Atto 2](https://www.motorisumotori.it/wp-content/uploads/2025/02/Screenshot-2025-02-10-alle-16.15.48.jpg)
L’incontro con l’ex FCA Alfredo Altavilla
In Italia, l’incontro sarà organizzato in collaborazione con Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): ci sarà Alfredo Altavilla, advisor di BYD per l’Europa, insieme ai vertici della divisione acquisti del Gruppo e a un rappresentante del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). L’ex dirigente FCA ai tempi di Sergio Marchionne ha detto che “i posti sono quasi esauriti, abbiamo 500 partecipanti e molte aziende di rilievo saranno rappresentate da più delegati”. L’indottto che è in difficoltà perché proprio Stellantis cala da anni. Giustamente, la Cina si prende il meglio: la componentistica nostrana.
Potenziale enorme
Per Altavilla, “BYD è un’azienda molto verticalizzata, ma con cinque stabilimenti in giro per il mondo ha bisogno di fornitori locali. E oggi, con volumi di produzione ancora bassi, la filiera italiana ha un potenziale enorme che merita di essere valorizzato”. In ballo commesse per miliardi di euro. Si cerca il meglio in termini interni e finiture, software e sistemi elettronici, ma anche impianti frenanti, pneumatici e sospensioni, così come componenti meccaniche e ingranaggi. L’Italia è infatti sinonimo di tradizione di eccellenza.
Due: pooling anti multe Ue
Le Case auto rischiano multe di 16 miliardi di euro per emissioni eccessive di CO2. La soluzione è un pooling con Tesla o con i cinesi come BYD e Geely. Un’unione delle flotte: chi ha valori bassi o nulli – il virtuoso – si mette in comune con chi ha valori alti. Un costosissimo acquisto di crediti verdi. L’associazione Acea ha lanciato l’allarme rosso (colore della Cina): si ha il trasferimento di risorse dai programmi di investimento Ue alle casse di aziende cinesi. “Ci sono colloqui in corso, siamo a buon punto”, ha spiegato Altavilla senza fare nomi. Quindi, i costruttori europei daranno soldi ai cinesi. Abbiamo un pool guidato da Tesla, che include Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru. E un secondo pool guidato da Polestar (Gruppo cinese Geely), che include Mercedes, Volvo e Smart. Si vedrà se BMW e VW (1,5 miliardi di multe nel 2026 per le emissioni 2025) aderiranno a qualche pool. Intanto, BYD ha lanciato la Suv elettrica compatta Atto 2 nel Vecchio Continente.
Unione europea con le mani nei capelli
Così, l’Ue si vede i propri dazi aggirare con le auto Made By China in Europa o con le vetture ibride plug-in. In più, anziché incassare le multe dalle Case europee, queste danno i soldi ai cinesi. Ossia ai nemici dell’Ue. Un caos economico, burocratico, amministrativo e automotive che non ha precedenti nella storia.