La casa automobilistica italiana DR Automobiles deve fare i conti con un’indagine antitrust condotta dall’Agenzia per la tutela della concorrenza (AGCM) per aver travisato l’origine dei suoi veicoli sia sul suo sito web aziendale che nelle campagne pubblicitarie. Questo secondo quanto riportato nelle scorse ore da Auto News Europe. L’azienda ha iniziato a vendere veicoli basati su auto cinesi nel 2006. Inizialmente erano destinati al mercato italiano, ma in seguito sono apparsi anche in altri paesi europei. L’indagine è stata avviata in un momento in cui le vendite di DR Automobiles sono molto positive e nei primi 9 mesi del 2023 l’azienda ha registrato una crescita del 48 per cento nel mercato italiano, ottenendo una quota di mercato del 2 per cento.
L’Autorità garante della concorrenza italiana afferma che DR Automobiles non è stata chiara sul fatto che i suoi veicoli hanno origini cinesi
Secondo quanto riferito, l’autorità italiana garante della concorrenza è particolarmente interessata ai modelli dei marchi DR ed EVO dell’azienda. Tra i veicoli che l’azienda vende in Italia ci sono il piccolo DR 1, il SUV DR 3 Coupé, la famiglia di SUV DR 4, il SUV DR 5 quasi identico e due SUV più grandi conosciuti come DR 6 e DR 7. Inoltre, DR Automobiles ha e un camioncino nella sua gamma noto come PK8. L’azienda assembla veicoli sviluppati da produttori cinesi, tra cui Chery, JAC e BAIC. Tuttavia, si scopre che DR Automobiles ha ingannato i consumatori poiché alcuni dei modelli offerti sono stati prodotti in Cina e poi spediti in Italia.
Le autorità italiane, compresi gli agenti della polizia fiscale, hanno recentemente condotto ispezioni presso la sede della DR Automobiles e quella della sua società madre, a Donington. Ricordiamo infine che DR Automobiles ha recentemente fatto notizia nell’aprile di quest’anno quando ha presentato il SUV fuoristrada K2, il primo modello lanciato dal suo marchio Ickx. Il K2 di DR è fortemente basato sul BAIC BJ40 ma ha una serie di componenti realizzati appositamente, come una griglia anteriore in fibra di carbonio.