Distributori di idrogeno: l’Italia è pronta?

Mirko Elia Autore Automotive
I distributori di idrogeno sono davvero pochi ma anche con i futuri investimenti la situazione non cambierà molto
distributori di idrogeno

Qual è la situazione dei distributori di idrogeno in Italia? Quali sono le prospettive nel futuro?

La rete di distributori di idrogeno verde in Italia è quasi inesistente, creando non pochi problemi a coloro che vorrebbero acquistare una vettura ad idrogeno. Al momento, le notizie sono scoraggianti poiché questa infrastruttura nel nostro paese è praticamente assente. Uno dei principali ostacoli allo sviluppo delle vetture ad idrogeno è la quasi totale assenza di distributori di idrogeno, rendendo impossibile per i possessori di auto a idrogeno fare il pieno di questo prezioso gas. Finora, sono stati fatti pochi progressi, con i distributori situati principalmente vicino al confine, ma sembra che le cose possano cambiare rapidamente.

Dove posso fare il pieno di idrogeno verde per la mia vettura?

Come anticipato, è praticamente impossibile, se non si vive in Veneto o in Sud Tirolo, accedere ai distributori di idrogeno. Potrebbe sembrare incredibile, ma al momento esistono solo due stazioni di servizio che offrono questo carburante: una si trova a Mestre e l’altra al Brennero. Ciò significa che chi abita in altre zone d’Italia non può accedere al carburante. Non a caso, solo due modelli di auto a idrogeno sono destinati al nostro paese: la Toyota Mirai e la Hyundai Nexo. Se la situazione non dovesse cambiare presto, non si prevede alcuno sviluppo all’orizzonte.

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I distributori di idrogeno stanno per aumentare sensibilmente

Dopo aver descritto un presente davvero poco entusiasmante, è importante sottolineare che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dovrebbe dare un impulso significativo allo sviluppo della rete di distributori di idrogeno in tutto il territorio nazionale. Si parla di un investimento di 103,5 milioni di euro, di cui poco meno di 80 milioni, il 77%, saranno destinati al Nord Italia. In particolare, nella regione Veneto saranno investiti 27 milioni per nove progetti, in Trentino-Alto Adige arriveranno circa 21 milioni per sei progetti. Successivamente, il Piemonte e la Lombardia riceveranno circa 16 milioni per rispettivamente sei e cinque progetti. Le regioni del centro-sud riceveranno somme più modeste: 8 milioni in Puglia per tre progetti, nel Lazio 3 milioni per due progetti, e la Calabria 2 milioni per un solo progetto. Altri progetti interessano la Valle d’Aosta, l’Emilia Romagna, la Sardegna, gli Abruzzi e la Toscana tutte con un solo distributore.

Nonostante tutti gli investimenti, l’infrastruttura sarà insufficiente

Se questo progetto dovesse rappresentare il piano definitivo, appare subito evidente che la rete rimarrà gravemente sottodimensionata. Nel Sud, solo la Puglia e la Calabria avranno una copertura minima, ignorando completamente la Campania e la Sicilia. La situazione sarà ancora peggiore per l’Italia centrale, dove saranno trascurate l’Umbria e la Toscana.

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