Disoccupazione dilagante in Ue con l’auto elettrica: autunno 2024 caldissimo

Ippolito Visconti Autore News Auto
Tagli in vista nelle fabbriche europee, perché le full electric vendono poco e alle aziende costano tanto.
fabbrica auto

Autunno 2024 infernale sotto il profilo dei livelli occupazionali per il settore automotive Ue. Come riporta il Sole, le full electric vendono poco e alle aziende costano tanto: quindi, come accade in qualsiasi settore in qualunque epoca, si taglia. Tra annunci delle Case e stime, siamo a 130 mila uscite entro il 2030 contando licenziamenti, dimissioni incentivate e mancati rinnovi di contratti. In un settore con 13 milioni di addetti, più indotto.

Si è legiferato sull’auto elettrica senza considerare gli effetti che avrebbe causato a migliaia di imprese e, a cascata, ai suoi lavoratori. Bruxelles è così lontana dalla realtà. Non si attendeva l’incubo licenziamenti. Non sapeva che le cinesi ci avrebbero invaso. Non pensava che ai dazi anti Cina sarebbero seguiti i controdazi di Pechino. I vertici Ue paiono essere in una bolla, dove nulla accade e nulla si prevede.

Ipocrisia e superbia occidentale hanno provocato sconquassi epocali. S’è giunti al punto che le lobby barano sui numeri: includono le termiche ibride plug-in pur di dire che elettriche vendono. Siamo stati senza umiltà: i cinesi hanno carpito segreti e tecnologie, migliorando la loro industria. E in più, hanno materie prime. L’Ue s’è messa nei guai da sola, con atto di masochismo puro.

Reazione normale

È sempre così. Se le cose vanno bene, si assume. Se male, allora si licenzia. Il problema è che non si doveva arrivare a questo punto: purtroppo la lobby elettrica, con la forza dell’ideologia green, nell’Unione europea ha combinato un pasticcio senza precedenti. Attenzione perché Un dato recente fornito da GREEN CAP dice che un’auto con batteria tra 50 e 60 kw/h produce emissioni di CO2, nel suo ciclo di vita, pari a 7 milioni di tonnellate.

Uno “scoglio” importante per la diffusione delle auto elettriche è infatti il prezzo di acquisto, per il quale non sono al momento previste riduzioni significative, fino a quando non caleranno i costi di acquisto delle batterie. Non ci sono incentivi statali: senza ecobonus, nessuno se le fila le elettriche. E le colonnine sono poche, lente, distribuite male, spesso scollegate.

La componentistica del motore endotermico non ci sarà più, sostituita da uno o più

motori elettrici ed è altrettanto chiaro che alcuni prodotti cambieranno completamente, ad esempio i freni, che avranno una durata tra 5 e 10 volte quella attuale. 

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Soluzione revisione?

Nel 2026 è prevista una clausola di revisione al regolamento europeo che stabilisce lo stop alla vendita di auto endotermiche al 2035, la quale potrà essere sfruttata per l’apertura a carburanti alternativi all’elettrico, come i carburanti sintetici, che verrebbero utilizzati nelle vetture endotermiche. Già, ma tutti i soldi impiegati per investire nell’elettrico inseguendo i cinesi?

Disastro Germania

Berlino subisce lo tsunami green deal: il Paese ha una forte carenza energetica. C’è profonda destabilizzazione del settore automotive. Da vedere le reazioni di BMW, Mercedes e Volkswagen a Bruxelles. Anche perché i controdazi cinesi distruggeranno le vendite delle termiche nella nazione del Dragone. I Verdi le elezioni le hanno perse. Ma hanno insistito con la transizione ecologica. Quanto tempo e come il nuovo governo riuscirà a partire dal 2026? Dalle macerie, cosa si costruisce? I tedeschi si sono incartati su se stessi, sono implosi.

La Cina ci schiaccia

Oltretutto, la Cina ha la forza d’invadere. Le nostre Case (europee) sono invece sopraffatte dalla concorrenza locale oltre la Grande Muraglia. Diversi esperti raccomandano di lasciare velocemente il Paese asiatico. Tutto alla velocità della luce. 

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