Disastro Europa sui dazi auto elettriche cinesi: chi paga le conseguenze

Ippolito Visconti Autore News Auto
Le auto elettriche cinesi costeranno di più: voi pagherete le conseguenze dei dazi Ue sulle macchine del Dragone imposti dalla Commissione europea, braccio esecutivo dell’Unione.
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Le auto elettriche cinesi costeranno di più: voi pagherete le conseguenze dei dazi Ue sulle macchine del Dragone imposti dalla Commissione europea, braccio esecutivo dell’Unione. Un disastro automotive senza precedenti, una Waterloo economica, una Caporetto finanziaria. I burocrati che lavorano nelle istituzioni a Bruxelles si sono mossi in base a ideologia e populismo: assunzioni di responsabilità? Zero. La Commissione uscente, un quarto d’ora prima di salutare, ha piazzato i dazi, e quella entrante si smazzerà la rogna. La transizione verde auto, con decisioni per forzare la trasformazione, col bando termico 2035, è stata un regalo a Pechino: nazioni del Vecchio Continente senza batterie, componentitecnologia, estrazione mineraria, impianti rete, tradizione nel settore delle macchine verdi, cultura del lavoro mirato a powertrain a corrente. Siamo scesi in campo a giocare una partita di calcio in ciabatte: servirebbero scarpini coi tacchetti. Che la Cina ha.

Gli eterni indecisi

Dopo il suicidio, la retromarcia: dazi sulle auto elettriche cinesi. Quindi, la parziale giravolta con addolcimento delle barriere. Così è l’inferno burocratico e amministrativo, la schizofrenia Ue, una nevrastenia collettiva che infilza come tordi i consumatori poveri e con reddito medio. Ora una termica basica nuova costa 13 mila euro (vecchiotta e nata malandata), mentre un’elettrica decente viaggia sui 30 mila euro. In più, tasse alla Case occidentali che producono in Cina ed esportano in Ue: vedi Mini di BMW. 

Zero concretezza, nessun cronoprogramma ragionevole per la decarbonizzazione. E tessuto industriale devastato. Solo svantaggi produttivi, occupazionali e competitivi. Come se non bastasse, arriverà la ritorsione cinese con dazi su beni Ue esportati in Cina, ossia in una nazione dove c’è forte potere di acquisto. Si va a sbranare la domanda, con atti di masochismo inquietanti.

Il mercato comanda, non la burocrazia

Gli smartphone si sono affermati da soli. Idem il fotovoltaico. Non è la burocrazia di Bruxelles che decide quali auto debbano comprare i cittadini, ma sono i consumatori a stabilire chi vince. Libera concorrenza in libero mercato in libero Stato. Possibile che il Partito Comunista Cinese debba spiegare questo all’Occidente: paradossale. La politica deve seguire il principio di neutralità tecnologica: il compratore stabilisce cosa sia meglio. L’inadeguatezza della governance europea è un assist clamoroso per la catena decisionale cinese: veloce, rapida, feroce, pronta ad aggredire il pianeta.

Al massimo, si potevano valutare diesel euro 6D/E alimentato a HVO, il metano liquido (LNG nella sua forma BIO), motori a benzina ultra ecologici, ibride con grande batteria (alla larga dalle false ibridine leggere con micro batteria tale da far considerare a doppio motore anche le benzina Euro 0 della preistoria automotive).

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Le piccole Francia e Germania di fronte alla superba Cina

Adesso Francia, Germania e Ue non sanno cosa fare: sono in un vicolo cieco. In balìa delle onde del mare, con uno tsunami che si profila all’orizzonte. La Cina che supera i dazi Ue allegramente grazie a margini di profitto immenso, l’Ue che paga dazi enormi e vende molto meno a Pechino e dintorni. Il Dragone è pronto a ustionarci con un fuoco economico mai visto prima. Parigi e Berlino poi sono abituate ad attaccare e vincere dall’alto: come manager che hanno sempre maltrattato i subalterni. Ora si trovano davanti gli uomini di Xi Jinping e subiscono senza saper destreggiarsi. Se mai l’Ue annullasse il bando termico, la Cina ha in mano la carta delle auto ibride plug-in, altro settore dove eccelle: una sorta di portafoglio multi energy per far fronte a qualsiasi iniziativa estera.

Si è ragionato come se noi europei fossimo al centro del mondo, in stile Impero Romano. Siamo responsabile di meno dell’8% di CO2 a livello planetario. Serve umiltà. Pensare facile. Quello che fanno i cinesi, che adesso alzeranno la loro Grande Muraglia di barriere doganali facendoci del male. Noi ormai siamo un esercito in fuga che spara alle galline dopo aver perso tutte le battaglie.

Pannelli solari cinesi e auto elettriche cinesi: Pechino ci ha distrutto

Non ci è bastata la lezione dei pannelli solari: dazi Ue alla Cina, e orientali che ci hanno surclassato in vari modi. Tutto legale. Lo chiamano aggiramento delle tasse? No, è una soluzione intelligente: sono cinese, produco in Europa e ciao ciao barriere. Mentre i burocrati osservano attoniti.

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