Nell’Unione europea, Dialogo strategico sull’automotive in partenza: i soggetti si siederanno a un tavolo e faranno proposte per uscire dalla crisi e dalla tenaglia delle auto elettriche e termiche ibride plug-in cinesi. Acea Case auto, lobby Ue, dice di aver già impegnato oltre 250 miliardi di euro per la transizione. Obiettivo: rimanere un pilastro della crescita economica, sostenendo quasi 13 milioni di posti di lavoro lungo la filiera automobilistica. Ma – dice – il Green Deal rischia di non riuscire a trasformare la decarbonizzazione in un modello di business verde e redditizio.
Meglio tardi che mai, secondo noi
Il Green Deal con l’auto elettrica è del 2019. Il pressing della lobby Acea sulla politica Ue – coi Ceo delle Case – è tardivo: si arriva a fine gennaio 2025. Intanto, il pasticcio è stato fatto dalla politica centrale e locale, perché l’auto elettrica non è stata aiutata: poche colonnine, scarsi bonus lato domanda e offerta. Ed è in corso l’invasione della Cina, con ricadute sui livelli occupazionali. Adesso, le richieste dei costruttori. Attenzione perché a recepire il tutto c’è un complesso apparato burocratico, che si muove piano, agisce lentamente. Le aziende fanno i conti con la tecnocrazia Ue, al cospetto della ultra velocità decisionale di Usa, Cina e Russia. Inoltre, il Dialogo farà solo raccomandazioni al Trilogo Ue: strada lunghissima con tempi biblici prima che si arrivi al dunque.
Tre proposte dei costruttori a favore dell’industria auto
Uno, politica orientata al mercato e guidata dalla domanda: sono necessarie misure per stimolare la domanda di veicoli leggeri e pesanti. Due, coerenza e sincronizzazione delle misure: la transizione può avere successo solo se ambiziosi obiettivi climatici sono supportati da un’adeguata infrastruttura di ricarica e rifornimento, dal giusto prezzo del carbonio e da incentivi fiscali e di acquisto. Tre, l’elettromobilità è in prima linea nella transizione; tuttavia, mantenere un approccio aperto alla tecnologia rimane fondamentale per raggiungere la decarbonizzazione senza limitare l’innovazione.
Auto elettrica flop
La priorità di questo Dialogo strategico dovrebbe essere quella di affrontare l’onere di conformità all’obiettivo di CO2 del 2025 per i veicoli leggeri alla luce della debole domanda di veicoli elettrici. La quota di mercato dei veicoli elettrici è scesa dal 14,6% nel 2023 al 13,6% nel 2024, invece di accelerare verso il previsto 25%. La situazione per i furgoni è ancora più critica.
Cosa fare nel breve termine
Occhio alle multe di 16 miliardi a chi sgarra sulla CO2. Per l’Acea, occorre accelerare le revisioni dei regolamenti sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, e definire le priorità per l’Automotive Industrial Action Plan in coerenza con il Clean Industrial Deal. Opportuno discutere un programma di incentivi all’acquisto di automobili a livello Ue. Va valutato l’impatto negativo delle tensioni commerciali con Usa e Cina sull’industria automobilistica Ue. Serve trasparenza sulla disponibilità di condizioni abilitanti, in particolare per i veicoli pesanti, dove le informazioni sono in gran parte assenti.
Cosa fare nel medio termine
Alimentare l’Automotive Industrial Action Plan, esaminare lo sviluppo della filiera locale delle batterie nell’Ue. Preparare l’introduzione di principi semplificati per quadri normativi semplificati che interessano il settore automobilistico. Cioè? Un lasso di tempo di 3 anni tra la regolamentazione finale e l’attuazione per auto e furgoni e 7 anni per i veicoli pesanti. Applicare la nuova legislazione orizzontale e specifica per i veicoli solo per i nuovi tipi di veicoli e non richiedere retroattivamente modifiche ai veicoli già omologati. Istituire un “Osservatorio normativo” all’interno del Segretariato generale della Commissione per valutare in anticipo la coerenza delle nuove proposte.
Cosa fare a lungo termine
Per l’Acea, bisogna fornire un contributo a una revisione accelerata di tutti i pezzi di legislazione pertinenti per la decarbonizzazione come condizioni quadro abilitanti chiave. E definire le esigenze della forza lavoro automobilistica dell’Ue per la transizione, preparare l’istituzione dell’Automotive Skills Academy per soddisfare le esigenze della forza lavoro in settori quali la manutenzione dei veicoli elettrici e la sicurezza informatica. Occorre discutere il finanziamento della catena del valore automobilistica della transizione verde. Da affrontare lo stato delle reti per le esigenze di ricarica del settore dei trasporti.
Quale formato della discussione?
Secondo l’Acea, tutti i segmenti di veicoli devono essere adeguatamente rappresentati e i produttori e i fornitori con un’impronta industriale sostanziale nell’Ue devono avere tutti un posto al tavolo. Il Dialogo strategico dovrebbe concludersi rapidamente con un elenco chiaro di elementi attuabili che la Commissione deve implementare. Devono essere redatti regolari report semestrali di monitoraggio dei progressi per garantire la responsabilità e tracciare i progressi. Serve la partecipazione e leadership permanenti del presidente della Commissione o di un membro chiave del Gabinetto della Commissione. Ogni istituzione dovrebbe essere rappresentata da quattro funzionari nelle riunioni plenarie per mantenere la discussione focalizzata.
A tutto Draghi
Le raccomandazioni del rapporto Draghi sul miglioramento della competitività industriale dovrebbero fungere da stella polare che guida i risultati del dialogo, dice l’Acea. Le riunioni plenarie che coinvolgono il presidente della Commissione e i Ceo del settore automobilistico dovrebbero essere tenute trimestralmente.