DeepDrive: il motore a doppio rotore a flusso radiale segna una nuova era per le auto elettriche

M Magarini
Il motore a doppio rotore DeepDrive decreta una nuova era per le auto elettriche: come si compone e quali sono le sue peculiarità.
DeepDrive

Con il boom delle auto elettriche si sono aperte tante opportunità per giovani e arrembanti aziende. Se i sistemi a combustione interna sembrava appannaggio delle solite realtà consolidate, oggi è piena bagarre tra le aziende di lunga data e le start-up. DeepDrive è una compagnia di cui potremmo sentire parlare a lungo nel prossimo futuro, data la sua vocazione alle bev.

Le sofisticate competenze tecnologiche sviluppate in materia promettono di conquistare gli appassionati e, soprattutto, i Costruttori. Che, magari, si serviranno del nuovo sistema formulato, le cui caratteristiche sono state svelate in anteprima. Manco a dirlo, l’effettiva resa andrà accertata direttamente sul campo. Le credenziali appaiono alquanto invitanti, anche perché finora mancava un’interpretazione del genere.

Al prodotto finale si è arrivati dopo una lunga e attenta disamina delle richieste degli appassionati, al fine di soddisfare in modo innovativo le esigenze dei player della filiera. La proposta formulata fa dell’efficienza il suo obiettivo chiave, lo scopo principale dietro alla serrata attività svolta dallo staff chiamato in causa. Quella dell’ottimizzazione delle risorse è una delle maggiori sfide affrontate al giorno d’oggi con le bev, ce lo raccontano gli stessi capi d’industria.

Il numero uno del gruppo Renault, Luca de Meo, ha ipotizzato un domani dove le vetture a zero emissioni siano acquistabili solo dal ceto benestante della popolazione. Nel mentre, le famiglie comuni dovrebbero accontentarsi dei vecchi veicoli o dell’usato, in attesa delle nuove disposizioni normative. Un quadro cupo, che gli operatori cercheranno di smentire mediante delle idee all’avanguardia e Deep Drive traccia il sentiero. Qualora i lavori dessero gli esiti sperati, allora saremmo in presenza di un grosso salto di qualità verso un domani in cui la democraticità delle vetture rimanga un diritto acquisito.

DeepDrive: il nuovo motore all’IAA Mobility di Monaco

DeepDrive

DeepDrive è una società dalle rinomate competenze specialistiche, avente sede in quel di Monaco. Ora, alla luce di questo, risulta scontata la cornice per la première mondiale. La nuova unità di azionamento per auto elettriche terrà banco all’IAA Mobility, la prestigiosa kermesse incentrata sulla mobilità, in programma dal 4 al 10 settembre 2023. Senza peccare di finta modestia, i portavoce ufficiali parlano di una soluzione rivoluzionaria, adibita ad aumentare l’efficienza e, dunque, contribuire all’accessibilità delle bev. Mentre scriviamo diversi operatori hanno già messo sul tavolo la loro idea personale per superare il grosso scoglio economico. Trattandosi di una forma di alimentazione nuova, giusto ora si cominciano a sondarne le potenzialità effettive. E, per le stesse ragioni, nessuno sa realmente quali effettivamente siano.

Nella nota diramata viene assicurato un progresso significativo pure sul fronte della sostenibilità. Malgrado i malpensanti esprimano teorie di ogni tipo, il rispetto dell’ambiente è alla base del già proclamato bande delle endotermiche in Europa e nel mondo. La Commissione UE si è attirata parecchie critiche da parte dei Governi, convinti sia un clamoroso autogol, teso unicamente a favorire la Cina. Al di là dell’opinione specifica in merito, gli studi svolti dalle equipe di ricercatori attestano la forte emergenza climatica. E rimanerne impassibili è fuori discussione, pure nel caso del settore automotive.

Pertanto, bisognerà adattarsi al cambiamento e, provando a guardare con ottimismo il domani, ci sono delle aziende interessate a costruire un futuro migliore. DeepDrive è uno dei nomi da tenere d’occhio, alla luce, peraltro, delle sinergie siglate con diversi produttori di componenti originali (OEM), già interessati all’unità di trasmissione. Le prime applicazioni nei modelli di serie sono previste fra poco meno di un quinquennio, ovvero a partire dal 2027.

La tecnologia concepita da DeepDrive (e brevettata presso gli uffici competenti) è a doppio rotore a flusso radiale. Premesso che lo spunto ha dei tratti rivoluzionari, una gustosa anteprima dei lavori portati avanti dalla compagnia stessa risale al 2021. Allora, sempre nel corso dell’IAA Mobility, venne mostrata la trasmissione del movimento al mozzo della ruota. Un meccanismo centrale su di essa basata sarà ora portata all’attenzione generale, in anteprima mondiale.

Esso impressiona poiché combina in modo impeccabile i costi e l’efficienza, con un utilizzo, al tempo stesso, delle risorse. Il Dott.Ing. Alexander Rosen, co-fondatore e ingegnere progettista di sistemi di DeepDrive, sottolinea come gli ingenti costi di acquisto e di gestione dissuadano tuttora la comunità di guidatore dall’ordinare le bev. L’unità di azionamento sviluppata da DeepDrive si prefigge di interrompere la tendenza negativa, sotto forma di una soluzione che vada al di là del contenimento dei costi dei singoli componenti.

Il pacchetto completo – aggiunge l’alto rappresentante – risulta notevolmente inferiore rispetto alle uscite produttive note in precedenza per i powertrain delle vetture a trazione 100 per cento elettrica. Il risparmio è considerevole, alla luce dell’attuale situazione nel settore, dove fa notizia il prezzo indicativo di 1.000 dollari decretato dalla Tesla per un assale elettrico. In questo contesto specifico, DeepDrive ha una marcia in più in termini di contrazione delle uscite di cassa.

Pensato per sfruttare le risorse nella maniera migliore possibile, unità di azionamento concepita da DeepDrive contiene il consumo di materiale a soglie mai raggiunte prima d’ora. Il caratteristico design, rivisto dalla divisione interna di specialisti, abbatte del 50 per cento la quantità richiesta di magneti rispetto alla concorrenza e di quattro quinti (80 per cento) quella di ferro. In un periodo del genere, l’impresa conferma la sensibilità a questione di importanza strategica verso temi realmente avvertiti. DeepDrive ha in serbo due varianti differenti, tali da soddisfare le differenti esigenze espresse dal mercato. Entrambe prevedono il motore con un ingranaggio cilindrico a due stadi e un inverter SiC ad alta efficienza.

CSD 450 e CSD 700

Il meno performante CSD 450 propone una potenza di 230 kW e 430 Nm di coppia motrice massima. Si presta alle applicazioni tradizionali nelle bev, aventi trazione anteriore o posteriore fino al segmento C, nonché agli esemplari con trazione integrale nella fascia premium. Tramite rapporti di trasmissione variabili, dà modo di ottenere dei valori di coppia compresi tra 2.700 e 3.800 Nm.

La seconda opzione contemplata da DeepDrive è la CSD 700, la quale eroga una potenza di 350 kW e 5.400 Nm di coppia motrice massima. È la scelta ideale per le proposte di alta gamma nella classe di segmento D e nelle vetture a trazione integrale. Entrambe assicurano dei rendimenti superiori al 96 per cento in ampi intervalli operativi e garantiscono bev economiche ma dalla lunga autonomia. Sarebbe il coronamento di un lavoro curato a regola d’arte, tale da rassicurare chi teme tuttora di rimanere a piedi. Una paura già di per sé ormai infondata, a maggior ragione con il sistema elaborato di DeepDrive.

Alla radice delle due versioni concepite da DeepDrive rimane la macchina a flusso radiale a doppio rotore, che per le Case automobilistiche conviene sotto diversi aspetti. Innanzitutto, comporta un aumento dell’efficienza fino al 20 per cento rispetto alle proposte attuali. Il processo di produzione viene rivisitato al fine di garantire elevati volumi a fronte di bassi costi. E l’impianto brevettato è integrabile, senza nessun tipo di difficoltà, nelle ruote oppure installato sotto forma di azionamento centrale tradizionale.

Infine, la dipendenza dalle terre rare senza scendere a compromessi in termini di performance. Per Felix Poernbacher, co-fondatore e amministratore delegato di DeepDrive, le soluzioni di guida sviluppate attestano il grande know-how in Germania. Le premesse ideali a promuovere una mobilità rispettosa dell’ecosistema e alla portata delle disponibilità economiche della clientela.

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