Dazi Usa sulle auto europee: sorpresa Trump 2025, che smentisce

Ippolito Visconti Autore News Auto
Le azioni europee salgono mentre il settore automobilistico balza in seguito alla notizia di dazi Usa più bassi.
dazi usa

Dopo mesi di paura, le Case auto europee respirano. Le azioni salgono mentre il settore automobilistico balza in seguito alla notizia di dazi Usa più bassi. Lo dice un report (fonte Reuters che cita il Washington Post): Trump parrebbe intenzionato a non picchiare così duro. Nel 2024, le previsioni erano nere.

La reazione dei mercati

I mercati europei hanno chiuso in rialzo lunedì 6 gennaio 2024, poiché l’ottimismo degli investitori è stato alimentato da questo rapporto che suggeriva come i dazi Usa possano essere meno severi di quanto temuto in precedenza, dando una spinta al settore automobilistico. Insomma, una Befana tranquilla dopo un 2024 drammatico fatto di profit warning e avanzata cinese. Il principale indice europeo, STOXX 600, ha chiuso in rialzo dello 0,9%, al suo livello più alto in più di due settimane. In quanto alle Boese Ue, il CAC 40 francese in rialzo del 2,2%, il DAX tedesco dell’1,5% e l’IBEX 35 spagnolo dell’1,3%. Il segmento automobilistico è salito di quasi il 3%, segnando la sua migliore performance in oltre un anno.

Dazi sui beni essenziali

Questa impennata è arrivata in risposta a un rapporto del Washington Post che indicava che il team del presidente eletto Donald Trump stava valutando una strategia tariffaria che avrebbe preso di mira solo le importazioni essenziali, potenzialmente allentando la pressione sui produttori di automobili europei. “Sembra che i funzionari si stiano già preparando ad annacquare le peggiori promesse della campagna di Trump restringendo la portata delle tariffe – ha affermato Kyle Chapman, analista dei mercati FX presso Ballinger Group -. Ciò significa un impatto minore sul commercio globale, un impatto minore sull’inflazione statunitense, meno restrizioni al ciclo di tagli della Fed e uno shock di crescita negativo minore per l’economia globale rispetto a ciò per cui il mercato si stava preparando”.

Trump: “Fake”

È arrivata tuttavia la smentita diretta di The Donald su Truth Social (che è suo): “L’articolo del Washington Post, citando cosiddette fonti anonime, che non esistono, afferma erroneamente che la mia politica sui dazi sarà ridimensionata. Questo è sbagliato. Il Washington Post sa che è sbagliato. È solo un altro esempio di Fake News”.

Ma l’inflazione fa paura

I dati iniziali dalla Germania hanno già mostrato un aumento dell’inflazione superiore alle attese. Inoltre, il settore dei servizi tedesco ha registrato una leggera ripresa, anche se la zona euro più ampia ha visto l’attività complessiva contrarsi per il secondo mese consecutivo.

Le idee di Trump

L’industria automobilistica europea è già in enorme difficoltà per il crollo delle vendite in Cina, la domanda delle elettriche davvero deludente in Ue, le multe di Bruxelles, la crisi in Germania, VW ai minimi, Stellantis piena di incognite: al di là dell’Atlantico, negli Stati Uniti di Donald Trump, i dazi auto farebbero davvero male. Le politiche isolazioniste, con la promessa di una lotta contro l’immigrazione e pro Made in Usa, prevede il blocco delle importazioni da “Paesi nemici”. Fra questi, l’Ue. Le tariffe doganali possono abbattersi sulle Case automobilistiche, specie per i prodotti di lusso e ad alta redditività. Vedi Porsche e Mercedes.

Ipotesi 10%

Le due Case tedesche esportano negli Usa circa un milione e mezzo di veicoli l’anno. Con dazi Usa al 10%, le due società tedesche vedrebbero ridursi il loro utile dell’8%, con un calo degli introiti di 2,4 miliardi di euro.  Per Bloomberg, il presidente eletto potrebbe decidere di porre fine ai crediti d’imposta per i veicoli elettrici, sulla scorta delle indiscrezioni già circolate in campagna elettorale.

Le azioni europee salgono mentre il settore automobilistico balza in seguito alla notizia di dazi Usa più bassi.

Posti di lavoro a rischio

I dazi sulle importazioni di automobili minacciati da Donald Trump potrebbero colpire duramente l’Europa: per Spiegel fino a 25.000 posti di lavoro sarebbero a rischio presso Volkswagen, Mercedes-Benz, BMW e Stellantis che hanno un business particolarmente grande negli Stati Uniti. Nel mirino pure i 1.000 maggiori fornitori europei, anche se alcuni dei produttori producono negli stabilimenti statunitensi. “Ogni anno vengono esportati circa 640.000 veicoli dall’Europa agli Stati Uniti: i dazi potrebbero portare a perdite di fatturato comprese tra 3,2 e 9,8 miliardi di dollari a livello di produttore, il che a sua volta avrebbe un impatto sui fornitori. Il calcolo mostra che con tariffe del 10, 15 o 20 per cento, la domanda di veicoli importati potrebbe diminuire di 60.000 a 185.000 unità. Perdite di vendite per i produttori a prezzi di vendita di fabbrica fino a 9,8 miliardi di dollari, per i fornitori fino a 7,3 miliardi di dollari. Se le case automobilistiche trasferissero invece le tariffe ai loro fornitori, risultati giù di 3,1 miliardi di euro.

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