Secondo indiscrezioni, i dazi Ue auto cinesi, oggi al 10%, schizzeranno al 35%. Sono 25 punti percentuali in più. Ma si parla anche di altre percentuali, la situazione è confusa. Lo deciderà la Commissione europea per punire i sussidi dati da Pechino alle Case, dice il Financial Times, problema che ha creato dumping e concorrenza sleale. In teoria, entreranno in vigore a luglio 2024, ma dovranno essere ratificate da tutti gli Stati membri. Occhio: la Germania non vuole, perché ha interessi in Cina con BMW, Mercedes e Volkswagen. Può anche darsi che l’arrivo gigantesco di BYD in terra tedesca ora, sia per aggirare i dazi dopo. Bruxelles dovrebbe informare le Case asiatiche oggetto dell’indagine anti-dumping. L’Ue è dilaniata: Francia e Spagna vogliono i dazi; Germania, Svezia e Ungheria no, anche per i timori di ritorsioni commerciali da parte del Dragone. Che reagirà: più dazi sulle importazioni di auto europee dall’attuale 15% al 25%: 10 punti percentuali in più. E dazi pesanti su un paniere di beni ancora più ampio.
Dazi Ue auto cinesi retroattivi
Se partiranno a luglio 2024, i dazi Ue auto cinesi saranno temporanei e retroattivi: riguarderanno pure i tre mesi precedenti e dureranno cinque anni, ma dovranno essere ratificati dagli Stati membri dell’Unione prima del 2 novembre. Sono dazi anti BYD e Geely e altro colossi oltre la Grande Muraglia, e anti Tesla: esportano automobili dalla Cina. Berlino farà fuoco e fiamme per il no. I teutonici sono abituati a stravincere in Ue, a imporre legge. Le nostre aziende che vendono in Cina saranno penalizzate con danni pesantissimi all’export. La terribile risposta dalla Cina causerà costi scaricati su di noi. L’Europa ha bisogno della Cina più di quanto la Cina abbia bisogno dell’Europa. Purtroppo, l’errore madornale del bando al termico nel 2035 ha fatto disastri, e ora rimettersi in piedi è un’operazione difficilissima. L’Ue è un pugile allo sbando, che ha abbassato la guardia: ora come farà a recuperare?
L’Europa è debole: le sanzioni contro la Russia si sono ritorte contro. Nella guerra contro l’Ucraina, Putin non ne ha risentito. Al contrario, problemi per aziende Ue.
Provvedimento in vigore a luglio ma con operatività retroattiva di tre mesi: cioè? L’Ue dovrà dire a chi ha comprato l’auto cinese a maggio e giugno se il mezzo costa di più, se e chi deve dare la differenza. Chi li pagherebbe, il consumatore o Casa cinese o l’importatore italiano? Certo che l’Europa diviene sempre più una sorta di recinto, in stile medievale, con le gabelle per il forestiero. In un mondo sempre più globalizzato, ci si rinchiude.
Reazione di Pechino: aziende in Ue terrorizzate
Gli Stati Uniti avevano già quadruplicato. Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che il governo cinese adotterà tutte le misure per “difendere con fermezza” i suoi legittimi diritti e interessi. Eventuali tariffe aggiuntive dell’UE sui veicoli elettrici cinesi violerebbero i princìpi dell’economia di mercato finirà per indebolire gli interessi stessi dell’Europa, ha dichiarato il portavoce Lin Jian. Quale di preciso la reazione di Pechino? Ora l’economia Ue trema dalla paura. BYD, Geely, SAIC e Tesla non hanno risposto immediatamente alle domande di Reuters sull’argomento. La mossa Ue arriva mentre le Case automobilistiche europee sono sfidate da un afflusso di veicoli elettrici a basso costo dei rivali cinesi.