Dazi auto, il politico cinese avvisa quello tedesco: “Berlino dimostri la sua leadership”

Ippolito Visconti Autore News Auto
Extra dazi auto elettriche Ue ai danni della Cina: Berlino e Pechino si intendono poco. Per il rappresentante tedesco ci sarebbe spazio di manovra, per quello orientale no.
Dazi auto

Extra dazi auto elettriche Ue ai danni della Cina: Berlino e Pechino si intendono poco. Sentiamo il vicecancelliere tedesco Robert Habeck, andato a Pechino: “Ho detto ai miei partner cinesi che le porte per una discussione sono aperte e spero che questo messaggio sia stato ascoltato. I negoziati sono possibili, le discussioni importanti, il dialogo necessario. C’è spazio di manovra, c’è spazio per la discussione e spero che ciò venga sfruttato. È importante capire che non si tratta di dazi punitivi, ma “compensativi”, queste le parole del ministro dell’Economia teutonico. Ecco la rispostina di Zheng Shanjie, presidente della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme: “Berlino dimostri la sua leadership all’interno dell’Ue e faccia la cosa giusta. La crescita dell’industria cinese è il risultato di vantaggi nella tecnologia, nel mercato e nelle catene di approvvigionamento: è il frutto della concorrenza e non di sussidi sleali”.

Cina e Germania non si capiscono molto sui dazi

A quanto pare, Cina e Germania non si capiscono molto sui dazi. Così passa la gloria del mondo: Berlino abituata a dominare nell’Ue per decenni, si trova ora in mezzo alla Commissione europea che vuole i dazi anti auto elettriche cinesi, e Pechino che minaccia ritorsioni. Con la guerra commerciale che farebbe davvero del male all’economia tedesca. In primis a BMW, Mercedes e VW che subirebbero il contraccolpo di dazi cinesi anti auto europee potenti vendute in Cina: tariffe del 25% per le vetture prodotte in Europa con motori da 2,5 litri o superiori.

Secondo: la trattativa per la Cina è una e una soltanto. Ossia tariffe Ue sui veicoli elettrici abolite entro il 4 luglio. Si attende che siano definite il 2 novembre al termine dell’indagine antisovvenzioni dell’Ue. Pechino ha anche fatto allusioni a spionaggio industriale Ue dentro le Case auto cinesi.

I dazi provvisori Ue fino al 38,1% sui veicoli elettrici importati di fabbricazione cinese sono una spina nel fianco del Dragone. Il Partito Comunista già alle prese coi dazi statunitensi sui suoi beni imposti dall’amministrazione Trump, e quadruplicati da Biden. Farà la guerra commerciale anti Usa ed è pronto alla guerra commerciale anti Ue: nel mirino, carne di maiale, latte, prodotti dell’agricoltura. Conseguenze devastanti e da misurare ancora. Il miglior risultato dei colloqui è che l’Ue ritiri la sua decisione tariffaria prima del 4 luglio, ha riferito il Global Times domenica sera, citando osservatori: si tratta dell’organo di stampa dello Stato cinese.

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Il problema della Commissione Ue

Altra questione. La Commissione Ue uscente ha piazzato i dazi. La Commissione Ue entrante dovrà capire il da farsi. Va composta, si devono trovare persone e linea. Invece Pechino è pronta. Una doppia velocità che magari gli ultra efficienti cinesi hanno anche difficoltà a comprendere. In effetti, come dare loro torto? La Cina ha respinto le accuse di sussidi ingiusti o di avere un problema di sovraccapacità, affermando che lo sviluppo dell’industria cinese dei veicoli elettrici è stato il risultato di un’industria forte, preparata, rapida, in evoluzione tecnologica perenne.

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