Madornale errore dei burocrati Ue, tristi ed esposti alle pressioni delle lobby: stanno facendo inquietare i cinesi. Bruxelles stuzzica nell’orgoglio il Dragone, piazzando extra dazi auto elettriche made in China ed esportate in Europa. Un tornado di tariffe doganali medievali che ha imposto una una battuta d’arresto a luglio. Costruttori del Paese della Grande Muraglia molto infastiditi dal calo delle vendite delle proprie vetture, e governo di Pechino che osserva da non troppo lontano. Sullo sfondo, possibili ritorsioni di ogni genere: dalle macchine potenti italiane e tedesche vendute in Cina, alla carne, passando per il latte e i liquori. Tutti prodotti da tassare. E quando l’Ue avrà bisogno di qualche componente essenziale (come quelle per fare le batterie delle auto elettriche), se ne vedranno delle belle.
BYD e MG di SAIC colpiti
Marchi tra cui BYD e MG di SAIC hanno rappresentato il 9,9 percento delle immatricolazioni di veicoli elettrici in Europa, in calo rispetto al 10,2 percento di luglio 2023, secondo il ricercatore Dataforce. La domanda complessiva di veicoli elettrici ha continuato a indebolirsi, dice Automotive News, dopo che la Germania, il più grande mercato automobilistico europeo, ha rimosso gli incentivi alla fine dell’anno scorso.
Tensione palpabile
Sia i cinesi che esportano sia gli europei che fanno auto in Cina ed esportano in Ue le elettriche si sono affrettati ad adattarsi all’introduzione di nuove tariffe il 5 luglio: dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese +48 percento massimo. Le imposte provvisorie hanno alimentato le tensioni commerciali e portato a indagini di ritorsione: la Cina ha affermato giovedì di aver trovato prove del dumping di brandy dall’Ue.
Resa dei conti a novembre 2024
I dazi dell’UE sui veicoli elettrici saranno resi permanenti a novembre, in attesa dell’esito dei colloqui commerciali tra Bruxelles e Pechino. La Commissione europea ha affermato che le risposte della SAIC di proprietà statale alla sua indagine sono state “ritenute altamente carenti” e le ha imposto i dazi massimi. Il proprietario della MG ha visto un calo del 38 percento nelle immatricolazioni europee a luglio rispetto all’anno precedente e un -60 percento rispetto a giugno, secondo JATO Dynamics. La SAIC ha imposto più di 13.000 MG elettriche nelle mani dei concessionari europei a giugno, prima della scadenza delle tariffe. In totale, le aziende cinesi hanno registrato meno di 14.000 veicoli elettrici in Europa a luglio: -23.000 su giugno e -9,7 percento rispetto a luglio 2023.
Obiettivo aggiramento
BYD sta costruendo stabilimenti in Ungheria e Turchia che, una volta operativi, le consentiranno di eludere le nuove tariffe. Polestar, il produttore svedese di veicoli elettrici in parte di proprietà del miliardario cinese Li Shufu, ha iniziato a produrre la sua 3 negli Stati Uniti. Xpeng, il partner cinese del Gruppo Volkswagen, ha dichiarato a Bloomberg News questo mese che sta cercando un sito di produzione europeo.
Consumatori disorientati
Sullo sfondo, i consumatori, che non ci capiscono più niente. E infatti non comprano elettrico: vogliono il rassicurante ibrido full. Prima, si dice loro che ci sarà il bando termico Ue 2035. Poi, che bisogna essere green e comprare elettrico. Quindi, i dazi sulle elettriche cinesi per far saltare il banco. Continui giramenti di capo tali da mandare in tilt il cliente medio e l’industria auto europea. Come “suicidare” un comparto termico automotive che era d’oro, produceva PIL, dava lavoro. In nome di un’ideologia folle senza basi scientifiche ma con forti spinte lobbystiche. Ormai, anche gli influencer elettrici nei social sono rimasti soli, senza le sovvenzioni dei gruppi di potere, che fuggono allarmati innanzi allo sfacelo full electric.