Molti media europei, specie di Germania e Francia, sono scatenati in fatto di extra dazi auto elettriche cinesi imposti dalla Commissione Ue: chi abita a Pechino e dintorni è brutto e cattivo, mentre chi abita a Bruxelles e provincia (Parigi soprattutto) è bello e buono. Una visione del mondo automotive e delle dinamiche industriali, finanziarie e politiche molto da cartoni animati Disney. Il mostro, la strega, contro l’eroe, il principino. Qual è l’accusa mossa al Partito Comunista della Repubblica Popolare cinese? Avrebbe cercato di trasformare le discussioni fra politici Ue e politici cinesi in un baratto. Avrebbe tentato di dividere gli Stati membri esercitando pressioni bilaterali sui funzionari e sui ministri.
Ognuno tira l’acqua al proprio… veicolo elettrico
Punto primo: ognuno si muove come vuole, nel rispetto delle regole civili del vivere. La Cina ha il diritto di portarsi a casa il massimo. Proprio come l’Ue. Quand’anche Pechino avesse cercato di trasformare le discussioni fra politici Ue e politici cinesi in un baratto; quand’anche avesse tentato di dividere gli Stati membri esercitando pressioni bilaterali sui funzionari e sui ministri; avrebbe fatto quello che reputa opportuno per tutelare i propri interessi.
La verità è che Germania e Francia, da sempre abituate a comandare in Europa, adesso si trovano davanti uno più forte di loro sotto ogni profilo: la Cina. Che con astuzia machiavellica spinge e frena, accelera e rallenta, ferisce e blandisce, ostenta e si nasconde. Una strategia politica intelligente. Se il Dragone è una super potenza planetaria, un qualche motivo ci sarà. Politici e funzionari tedeschi e francesi, che hanno vinto facile per decenni ovunque siano andati nel Vecchio Continente, qua si sentono spiazzati, disorientati.
E allora ecco i contro dazi cinesi su beni europei di ogni genere, lo spettro che agita l’Ue. La quale prima ha aperto le porte a Pechino, ha spalancato il palazzo automotive col bando termico 2035 a favore dell’elettrico, e adesso si dimostra impreparata allo sbarco del colosso orientale sui mercati europei. La Cina sforna auto elettriche, auto ibride plug-in, a prezzi super competitivi. Ha in mano le batterie delle Bev e delle Phev. Controlla le miniere di litio e cobalto in giro per il globo terracqueo. È brutta e cattiva? È una colpa essere stra forti?
Guerra commerciale a tutto campo: maiali e aerei
La Cina ha minacciato ritorsioni e ha già avviato un’indagine antidumping mirata sulle importazioni di carne di maiale. Nei prossimi mesi arriveranno anche i risultati dell’indagine sugli alcolici dell’Ue. Pechino ha avvertito che potrebbe colpire i prodotti agricoli, l’aviazione e le auto con motori di grandi dimensioni (BMW e Mercedes soprattutto, ma pure VW).
Altro segnale di debolezza Ue
Storditi dall’avanzata della nazione della Grande Muraglia, l’Ue ha già fatto un po’ di retromarcia. Segno di enorme debolezza e fragilità politica, economica, di personalità, di carattere. L’Ue ha affermato che ridurrà le tariffe per alcuni esportatori cinesi di veicoli elettrici: SAIC (proprietaria di MG) e Geely. Queste dovranno affrontare tariffe leggermente inferiori rispetto a quanto annunciato per la prima volta dalla Commissione europea. L’Ue è il pilota di F1 che guarda nello specchietto il cinese in arrivo: intimorito. È il pugile che indietreggia, alle corde.
Le tariffe proposte sulle auto elettriche a batteria di MG importate dalla Cina sono state ridotte al 37,6% dal 38,1% e le tariffe riviste per Geely, che possiede Volvo e Polestar, del 19,9%, in calo dal 20%. Altri produttori di veicoli elettrici in Cina che hanno collaborato all’inchiesta ma non sono stati inclusi nel campione saranno soggetti a un dazio medio ponderato del 20,8%. Mentre le società che non hanno collaborato subiranno un ulteriore prelievo del 37,6%. BYD resta al 17,4%.
La telenovela dei dazi Ue
La Commissione europea ha notificato alle aziende all’inizio di questo mese le tariffe. L’annuncio fa seguito a un’indagine sui sussidi che la Cina e le sue banche statali hanno concesso a beneficio dei produttori. Le tariffe provvisorie dovrebbero essere introdotte il 4 luglio, mentre i dazi definitivi entreranno in vigore entro novembre. I dazi provvisori vengono introdotti tramite una garanzia e verranno riscossi solo se e quando verranno imposti dazi definitivi. La partita si annuncia lunga e molto dura, anche tramite media amici dell’Ue. E il ricordo della sconfitta sui dazi Ue anti pannelli solari cinesi nel mondo del fotovoltaico agita le notti di politici e funzionari europei.