Dazi auto elettriche: così il consumatore virtuoso viene stangato 5 volte

Ippolito Visconti Autore News Auto
Paradosso: io, consumatore virtuoso, che intendo comprare un’auto elettrica, pulita, green, a favore dell’ambiente, mi ritrovo stangato da chi mi diceva di essere virtuoso e di fare del bene al globo.
auto elettrica cinese

Paradosso: io, consumatore virtuoso, che intendo comprare un’auto elettrica, pulita, green, a favore dell’ambiente, mi ritrovo stangato da chi mi diceva di essere virtuoso e di fare del bene al globo terracqueo. Possibile? L’introduzione, dallo scorso 5 luglio, dei nuovi dazi compensativi provvisori sulle auto elettriche cinesi rappresenta comporta tasse tra il 17,4% e il 37,6% (a cui si somma anche il normale dazio del 10%, già applicato per le importazioni di veicoli elettrici). In più, gli Stati Uniti hanno aumentato i dazi sulle auto elettriche cinesi fino al 100%, mentre la Turchia prevede un dazio del 40% o il pagamento di almeno 7.000 dollari su ogni elettrica. Anche alcuni Paesi Brics hanno adottato un’analoga politica, mentre il Sudafrica applica un dazio pari al 25% e il Brasile prevede un’escalation dal 18% al 35% nel 2026. 

Le 5 legnate all’automobilista green

1) L’auto cinese costerà molto di più. I nuovi dazi, rappresentando un costo aggiuntivo per le imprese che importano, saranno ribaltati sul prezzo delle auto elettriche.

2) L’auto occidentale sarà meno spinta a costare di meno perché la concorrenza crolla. Se io vendo a 30 mila euro, e il cinese a 20 mila, cerco di scendere a 25 mila almeno. Se il cinese col dazio vende a 30 mila come me, non sono più cattivo e feroce come prima nel tentare di tagliare i listini.

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Bando termico in avvicinamento

3) Mi sarà più difficile rispettare il bando termico 2035 della Commissione europea: vietano la vendita di auto a benzina e diesel, ma l’elettrico lo tassano. Situazione anomala, che solo in un Vecchio Continente stanco e malandato poteva verificarsi.

4) Il consumatore responsabile, “verde”, rispettoso s’è organizzato: acquisto e messa in opera della wallbox, cambio del contatore, spese, app su smartphone per le colonnine pubbliche, abbonamenti, ricerca di tariffe meno esose. Una “guerra”, un Vietnam, con la corrente alla stelle e una colonnina su quattro disattivata. Invece di premiarlo, l’Ue lo mortifica. In parallelo, abbandona il solo elettrico del 2035 per iniziare a parlare di termico con e-fuel che tanto piace ai tedeschi: per supercar, con proprietari disposti a pagare 10 euro per un litro. Confusione massima e totale sotto i cieli di Bruxelles.

5) La Cina (ma questo vale per tutti, non solo per gli utenti responsabili) ha già avviato nuove indagini antidumping nei confronti delle aziende europee, in settori importanti, come la carne di maiale e gli alcolici: chimica, farmaceutica, macchinari, arredo. Se la Cina dimostra (come l’Ue ha fatto contro Pechino) che ci sono aiuti statali o pratiche anti concorrenziali, bisognerà vedere l’Europa come risponderà. Il rapporto si ribalta. Da giudice a imputato è un attimo. E noi tutti pagheremo di più parecchi beni. Cautela: il 40% del nostro Pil nazionale deriva da esportazioni. La Cina rappresenta, per l’economia italiana, il secondo Paese extra europeo di destinazione dell’export, subito dopo gli Stati Uniti.

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