Abbiamo letto la bozza definitiva dei dazi extra sulle auto elettriche cinesi: la carezza la prende Tesla, con un +9%. Era +20,8%. Quindi un bel miglioramento. La sua Model 3 è fatta in Cina, nella Gigafactory di Shanghai, e viene esportata nel Vecchio Continente.
Perché la riduzione? Tesla aveva richiesto un ricalcolo che tenesse conto dei sussidi percepiti in Cina dalle varie case.
Nel documento, ci sono le conclusioni dell’indagine anti-dumping avviata a ottobre 2023 sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Aiuti del governo di Pechino che l’Ue reputa illeciti. Ci sono preoccupazioni per l’arrivo di modelli cinesi elettrici a basso costo col rischio di una concorrenza sleale. Di qui, dazi aggiuntivi per le macchine dal Paese del Dragone.
Una misura ad hoc meno forte rispetto a quella applicata ai costruttori cinesi. Questi vedono le percentuali ritoccate al ribasso rispetto a quelle, provvisorie, comunicate il 4 luglio.
Quali dazi sulle auto cinesi
1) BYD passa dal 17,4% al 17%,
2) Geely dal 19,9 al 19,3%,
3) SAIC (che controlla MG) dal 37,6% al 36,3%.
Questi extra dazi si vanno ad aggiungere all’imposta del 10% già prevista.
5) C’è poi un 21,3% per tutte le altre aziende e la batosta massima (36,3%) per quelle Case che non hanno cooperato durante la fase provvisoria.
6) Esiste la possibilità per diversi esportatori cinesi e alcune joint venture realizzate con costruttori dell’Ue (durante l’inchiesta non esportavano) di beneficiare dell’aliquota più bassa.
Le parti interessate potranno commentare: solo dopo che la Commissione avrà analizzato tutte le osservazioni delle Case, si arriverà al voto degli Stati membri, vincolante per cinque anni. Le misure definitive devono essere imposte entro e quattro mesi dall’introduzione dei dazi provvisori, in vigore dal 5 luglio 2024.
Gioco pericolosissimo
L’Ue mette i dazi sulle cinesi, non sulle europee. Obiettivo, si presume, obbligare le Case del Dragone a venire a produrre qui da noi anziché importarle. Il rischio è che cinesi vadano a produrre in Turchia e in Serbia: non sono in Ue. Ma zero dazi. Comunque, c’è anche BYD che ha scelto l’Ungheria, per ora. E SAIC pare che abbia un debole per la Spagna.
L’Ue mette i dazi per aumentare i costi delle vetture elettriche e poi chiede agli Stati di prevedere incentivi per ridurli visto che quelle macchine sono troppo care.
La Camera di commercio cinese presso l’Ue (Ccceu), di fronte alla comunicazione dei dazi compensativi proposti nell’indagine antisovvenzioni, ha reagito. Esprimendo la sua forte insoddisfazione e la sua ferma opposizione all’approccio protezionistico che viene portato avanti da Bruxelles. La misura aggraverà le tensioni commerciali tra Cina e Ue, “inviando un segnale profondamente negativo alla cooperazione globale e allo sviluppo verde”.