Dazi auto elettriche cinesi: Germania paralizzata dalla paura

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’ex aquila Germania, che impazzava per l’Unione europea col suo strapotere politico, ora è un coniglio intimorito da tutto: sugli extra dazi auto elettriche cinesi, potrebbe addirittura astenersi.
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L’ex aquila Germania, che impazzava per l’Unione europea col suo strapotere politico, ora è un coniglio intimorito da tutto: sugli extra dazi auto elettriche cinesi, potrebbe addirittura astenersi. Lo dice la Reuters. Non vota. Se vota sì, si fa i cinesi nemici, e perde soldi perché ha interessi economici fortissimi col Dragone. Se vota no, si fa nemici i vertici di Bruxelles, che invece vogliono le barriere. Quindi, paralizzata dalla paura, sta nel mezzo, nel limbo. Una scelta grigia e triste. La prima votazione, fissata per il 15 luglio, non è vincolante.

Cosa può succedere alla Germania coi dazi

L’Unione europea sta per imporre tariffe provvisorie fino al 37,6% sui veicoli elettrici importati dalla Cina, aumentando le tensioni con Pechino nella guerra commerciale che ha già avuto inizio e che diverrà ancora più sanguinosa. La Germania si asterrà: sono in corso i negoziati tra la Commissione europea e il governo cinese. Le Case automobilistiche tedesche, che vendono un terzo delle loro auto all’anno in Cina, sono preoccupate per le misure di ritorsione del Dragone. Con batoste per BMW, Mercedes e VW.

Primo o poi, la Germania dovrà uscire dalla paralisi: arriverà il voto finale al termine dell’indagine, quando la Commissione potrà proporre dazi definitivi, normalmente applicabili per cinque anni. La sua proposta potrebbe essere bloccata se la maggioranza qualificata dei 27 membri dell’Unione europea si opporrà. Per essere favorevole è necessaria una maggioranza qualificata composta da 15 membri dell’UE che rappresentino il 65% della popolazione dell’Ue.

La Cina usa carota e bastone con Berlino. Da un lato blandisce, dall’altro suona la sveglia ed esige che i tedeschi persuadano i membri a votare no. Ma se arrivasse il no, i politici tedeschi perderebbero peso politico nell’Ue. Un caos senza precedenti per la Germania, così debole solo negli anni subito dopo la prima guerra mondiale. Un vicolo cieco in cui s’è ficcata da sé, col bando termico 2035.

cina germania

Cina: pan per focaccia

Non solo auto. I funzionari della Commissione europea hanno aperto un fascicolo sulla partecipazione del colosso ferroviario CRRC a una gara per la fornitura di treni in Bulgaria. E su due consorzi in gara per la progettazione, la costruzione e la gestione di un parco fotovoltaico in Romania. 

Pechino intanto ha deciso di indagare a 360 gradi sui prodotti che arrivano del Vecchio Continente: dà pan per focaccia all’Ue. Dopo le inchieste sugli alcolici, la carne suina e i prodotti caseari, le autorità cinesi hanno messo nel mirino le pratiche commerciali dell’Unione europea. È vero sì o no che a livello locale o centrale le aziende Ue vengono aiutate con sussidi particolari? Se sì, allora via coi dazi. Locomotive, pannelli fotovoltaici, turbine per l’energia eolica. C’è concorrenza sleale Ue contro la Cina, vittima di mosse illecite? Nel frattempo, le aziende Ue che sfornano quei prodotti incrociano le dita: può verificarsi un cataclisma.

Come l’Ue ha indagato e messo dazi, il Paese della Grande Muraglia indaga e mette dazi. Uno a uno e palla al centro. O Bruxelles davvero credeva di vincere ponendosi in una posizione di superiorità morale?

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