Dazi auto elettriche cinesi: batosta a chi vuole comprare una macchina

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’Ue ha imposto tariffe al Dragone con effetti devastanti.
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Tsunami dazi auto elettriche cinesi: fanno male ai cittadini europei. Nei guai quando devono comprare una macchina. Il 5 ottobre 2024, la prima cellula tumorale: il Comitato per la Difesa commerciale dell’Unione europea vota la proposta della Commissione relativa ai dazi sull’import di vetture elettriche dalla Cina. Li chiama dazi compensativi. Compenserebbero aiuti eccessivi di Pechino alle Case. Lo dice l’Ue. Pechino nega e dice che l’Europa aiuta troppo varie industrie. Intanto i cittadini restano fregati: le auto elettriche delle Case tradizionali sono costosissime, le full electric cinesi magari vengono tartassate di imposte con il prezzo che vola. Morale: zero acquisti e mercato morto. L’Ue che si uccide da sola, con l’elettrificazione e la decarbonizzazione alla rovescia. Il contrario si realizza: cerbonizzazione. Allucinante. 

Unione spaccata. Per decidere serviva una maggioranza qualificata di 15 voti favorevoli o contrari. Nessun esito rinvio alla Commissione. Questa li renderà definitivi l’1 novembre 2024. Consumatore paralizzato dall’ignoto e vendite distrutte. I negoziati con la Cina servono a poco: si negozia se le due parti hanno pari forza, qui i politici del Dragone ingoiano i politici Ue. Supremazia totale. Catena decisione cinese ultra rapida contro la burocrazia asfissiante del Vecchio Continente, grigio e triste. Entro il 30 ottobre il regolamento di esecuzione della Commissione, con le conclusioni dell’indagine anti-sovvenzioni. 

La Germania Verde fa i capricci

I Verdi teutonici, dopo aver bruciato il mercato auto col bando termico, ora vogliono negoziati lunghissimi, ben oltre le date previste. Ecologisti talebani terrorizzati dalla perdita del seggio sia in Germania sia a Bruxelles. La cacciata Green degli ideologhi elettrici.

Così, il cliente si strangola di prezzi di auto elettriche stellari. Più i dazi delle cinesi che forse ci saranno al momento della consegna, tenendo i consumatori alla larga. Immatricolazioni defunte. A seppellirle, i politici Ue sinistroidi con le loro idee improponibili, fuori dal mondo, assist d’oro all’ex Celeste Impero, il quale nel godere di tanta benevolenza non crede ai propri occhi.

Io cliente ordino oggi l’elettrica cinese da 30.000 euro, contro l’analoga europea da 40.000 euro, ma il giorno che le fermano alla dogana subisce la legnata di dazi fino al 46,3%. Pagherò 45.000 euro. Perché sia chiaro: col piffero che i cinesi vogliono fare meno profitti. In Usa e in Canada, i dazi sono pesantissimi e sono stati deliberati e resi operativi in brevissimo tempo. In Ue, i dazi sono leggerissimi e se ne parla da 13 mesi.

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Le illusioni e le chiacchiere da burocrati del Regolamento Ue 2019

Facciamo un passo indietro e immergiamoci nella burocrazia parolaia Ue.  Regolamento 2019/631 del 17 aprile 2019, sostituito da quello del 2023. La transizione verso una mobilità Green sarà equa e socialmente accettabile. Dovrà tenere conto degli effetti sociali lungo tutta la catena di valore del settore. Grazie a mirati programmi per la riconversione, la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori nonché nella ricerca. Il tutto con misure per incentivare un maggiore tasso di rinnovo del parco veicoli, al fine di sostituire quanto prima i veicoli più vecchi. In base al Regolamento 2019, l’Ue deve fare i conti con una crescente concorrenza: necessita di un quadro normativo, che contempli uno speciale incentivo nel settore dei veicoli a 0 e a basse emissioni.

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