I dazi aggiuntivi emessi dalla Commissione Europea contro le auto elettriche costruite in Cina continuano a far discutere molto a livello di opinione pubblica. Nei giorni passati, infatti, sia da una parte che dall’altra erano arrivati segnali tali da far intendere ad ormai imminente definizione della questione. Prima era stata l’emittente statale China Central Television, attraverso il suo account su Weibo, il social media cinese considerato un ibrido tra Facebook e X, ad affermare che era stato conseguito un importante accordo tecnico. Poi era stato Bernd Lange, potente presidente della commissione per il commercio del Parlamento Europeo, a rinvigorire tale tesi, Secondo lui, infatti, era ormai in vista l’approvazione di un prezzo minimo per le auto importate dal gigante asiatico. A quanto sembra, però, non sarebbe esattamente così.
I funzionari di Bruxelles frenano sui dazi UE
A smentire le indiscrezioni dei giorni passati sono stati i funzionari dell’Unione Europea, impegnati ormai da tempo nelle trattative con i colleghi cinesi sulle possibili alternative alle tariffe continentali sui veicoli elettrici del Dragone. A partire proprio dall’imposizione di un prezzo minimo sotto il quale non potrebbero essere commercializzati lungo il vecchio continente.
Secondo loro, infatti, nessuna soluzione sarebbe imminente. Un’affermazione che suona come aperta risposta a quanto era stato dichiarato da Lange, esponente politico della SPD, ad un’emittente del suo Paese. In particolare, stando alle fonti interne all’UE, che non hanno però voluto essere citate, quanto affermato da Lange non è corretto. I colloqui sarebbero infatti ancora in corso e sussisterebbero alcuni ostacoli tali da impedire il conseguimento di un accordo.
Proprio sul tema dei prezzi ritenuti artificialmente troppo bassi, resi tali dalle sovvenzioni del governo di Pechino ai propri produttori, la Cina non si sarebbe ancora adeguata ai severi requisiti dell’UE per garantire che qualsiasi accordo sia applicabile e abbia gli stessi effetti delle tariffe anti-sovvenzioni adottate dall’Unione il mese passato.
Le affermazioni, rese nella giornata di ieri, indicano anche un ulteriore motivo di disaccordo, ovvero la possibilità di accordi con singole case automobilistiche, comprese quelle europee che hanno joint venture con aziende cinesi.
I prezzi minimi potrebbero essere la soluzione
L’unica cosa che sembra sicura, al momento, è che le controparti stanno lavorando sull’ipotesi di prezzi minimi da imporre alle auto elettriche cinesi. In tal modo sarebbe possibile salvare capra e cavoli, ovvero togliere di mezzo dazi invisi alla Cina e fornire un minimo di protezione alle case europee.
Al tempo stesso, la proposta sui prezzi minimi lascia aperti molti interrogativi, tra cui la definizione delle quote di vendita e i controlli per assicurare il rispetto degli accordi. Probabilmente, al momento ci sono ancora dettagli da precisare, prima di poter salutare un accordo che impedirebbe l’ipotesi di una guerra commerciale. Della quale, a pagare le conseguenze sarebbero soprattutto i consumatori, sia europei che cinesi.