La video perizia dei danni da eventi meteo solleva perplessità. Di che parliamo? Molte assicurazioni fanno fare la perizia dei danni da grandine (e di altri eventi meteo) con lo smartphone: si filma la macchina e così si stabilisce la compagnia quanti soldi di risarcimento debba dare al cliente che ha la polizza Grandine o la polizza Eventi meteo o atmosferici o la Kasko completa (o la Furto e incendio che dentro ha gli Eventi meteo). Il rischio è che il rimborso sia inferiore al dovuto, che non emergano danni, non emergano dettagli da riparare, tempistiche, qualità della riparazione. Valutate se stare alla larga da compagnie che fanno video perizie.
Cosa dice la legge sulla video perizia
Sentiamo l’articolo 157 del Codice delle assicurazioni private: la Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici) cura l’istituzione e il funzionamento del ruolo e determina, con regolamento, da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale e sul suo sito Internet, gli obblighi di comunicazione, la procedura di iscrizione e di cancellazione e le forme di pubblicità più idonee ad assicurare l’accesso pubblico al ruolo. Nel ruolo sono iscritti i periti assicurativi che esercitano l’attività in proprio e che sono in possesso dei requisiti di cui all’articolo 158. Cioè? Ai fini dell’iscrizione, il perito deve possedere adeguate cognizioni e capacità professionali, che sono accertate dalla Consap tramite una prova di idoneità, consistente in un esame su materie tecniche, giuridiche ed economiche rilevanti nell’esercizio dell’attività. La Consap determina, con regolamento, i titoli di ammissione e le modalità di svolgimento della prova valutativa, provvedendo alla relativa organizzazione e gestione.
Domanda di Mercurio: uno che fa una… perizia con smartphone ha cognizioni e capacità professionali? Esegue il lavoro come la legge comanda? Analizza coi propri e occhi e riporta alla compagnia? La video perizia è cosa da persone anziane che non sanno gestire e usare con intelligenza la tecnologia. Nel testo di legge, la video perizia dov’è?
L’Aiped denuncia la prassi della video perizia
Le tariffe delle polizze assicurative accessorie che coprono i danni alle auto prodotti da eventi climatici sono sempre più costose. Salgono penali poste dalle compagnie per indennizzare gli automobilisti. Con l’aumentare dei fenomeni meteo estremi, sempre più automobilisti decidono di assicurare la propria vettura contro i danni provocati da temporali, grandine, alluvioni, inondazioni, trombe d’aria, frane e smottamenti, sostiene Luigi Mercurio, leader Aiped (Associazione italiana periti ed estimatori danni). Al tempo stesso l’incremento della frequenza di tali eventi climatici sul nostro territorio ha portato a un’impennata delle tariffe assicurative: se nel 2021 il costo medio della polizza accessoria eventi naturali era tra gli 80 e i 100 euro, oggi è tra i 150 e gli 180 euro. Tariffe raddoppiate in 3 anni. Più ci sono rischi, più le compagnie alzano i prezzi.
Ci sono sempre più penali: la franchigia, ossia l’importo minimo di ogni danno che rimane a carico dell’assicurato, sempre più elevate. Mentre scende il massimale, importo massimo che una compagnia è tenuta a liquidare agli assicurati in caso di danni al veicolo. Inoltre più l’auto è anziana, più alto sarà lo scoperto a carico del proprietario che dovrà pagare di tasca propria parte delle spese di riparazione. Ma la criticità più grave riguarda la prassi delle compagnie assicuratrici di ricorrere alle video perizie per l’accertamento dei danni, bypassando la legge attribuisce unicamente ai professionisti iscritti nel ruolo, sostiene il numero uno di Aiped. Con la canalizzazione forzata verso i convenzionati, c’è un effetto imbuto che allunga a dismisura i tempi degli interventi i quali possono anche richiedere, in caso di danni da eventi meteo, fino a un anno di attesa. Hub stracolmi di vetture: non reggono il ritmo.
L’allarme di Federcarrozzieri sui danni meteo alle auto
Da parte sua, Davide Galli, leader Federcarrozzieri (carrozzieri d’Italia), evidenzia come negli ultimi anni siano cambiate sensibilmente le richieste di interventi e riparazioni da parte degli automobilisti. In particolare il 2023 è stato l’anno record delle auto giunte nelle carrozziere per danni legati alle grandinate, ma il trend è in costante crescita nell’ultimo decennio e prosegue anche nel 2024. I dati ufficiali hanno registrato lo scorso anno ben 1.468 grandinate intense sul territorio italiano, con 596 casi di grandine “molto grande” e 67 episodi di chicchi “giganti”. Inevitabili le conseguenze sulle autovetture presenti in strada: ammaccature, bolle da grandine, cristalli in frantumi, fino ad arrivare a veri e propri buchi sulla carrozzeria.
Con costi non indifferenti per gli automobilisti: la spesa per la riparazione delle autovetture colpite da grandine variano da un minimo di 900 euro per piccoli interventi e possono arrivare fino a 10 mila euro per auto di grandi dimensioni che hanno subìto danni importanti alla carrozzeria. Danni analoghi sono quelli prodotti da rami, piante o alberi che sempre più spesso si abbattono sulle vetture in sosta in caso di vento forte e nubifragi, e che provocano ammaccature sulla carrozzerie e rottura di parabrezza, lunotti, vetri degli sportelli, tetti panoramici. Negli ultimi 10 anni in Italia le richieste di intervento per danni alle vetture causati da eventi meteo estremi sono cresciute del 50%: Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna tutte assieme rappresentano il 70% del totale delle richieste per “danni da meteo” pervenute alle carrozzerie italiane.
Polvere sahariana, disastro
La nuova frontiera degli impatti dei cambiamenti climatici sul settore delle auto è però rappresentato dalla polvere sahariana che sempre più spesso cade e si deposita sulle vetture in caso di pioggia, ci dice il presidente Davide Galli. Se non rimossa correttamente, la polvere può portare a graffi su vernice, vetri, tergicristalli e maniglie, che richiedono interventi specializzati di lucidatura i quali, a seconda della tipologia di veicolo e del colore, costano in media tra i 300 e i 500 euro.