Daimler e Geely: il nuovi motori ibridi nel 2024

Andrea Senatore Foto Autore
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Lo scorso autunno, Daimler e Geely hanno annunciato lo sviluppo di nuovi motori ibridi. I primi frutti dell’alleanza tra Daimler e Geely usciranno nel 2024. Lo farà a bordo della futura generazione della Mercedes Classe A che sarà in vendita nel 2025 e che cambierà piattaforma abbandonando la MFA 2. e l’adesione al nuovo MMA. L’azienda tedesca ha presentato questa architettura speciale per le auto elettriche alla fine dello scorso anno, sebbene possa essere utilizzata anche per i modelli ibridi.

I nuovi motori ibridi annunciati lo scorso autunno e frutto dell’alleanza tra Daimler e Geely vedranno la luce nel 2024

La concezione di questi motori è così speciale che farà rinunciare a Daimler l’attuale configurazione che ospita il motore elettrico tra il motore a combustione e il cambio automatico. Una nuova tappa si aprirà a metà del decennio con la tecnologia ibrida a ricarica automatica nella sua gamma di modelli compatti, come in Toyota. L’obiettivo è ridurre il più possibile consumi ed emissioni, prevalentemente elettriche.

In questo modo i propulsori verranno utilizzati come supporto per il motore elettrico posteriore, montato sull’asse anteriore come range extender insieme ad un generatore per produrre energia elettrica che alimenta il motore posteriore. Il motore anteriore sarà anche in grado di ricaricare la batteria installata, che sarà di capacità inferiore dato il supporto extra di questa elica, fornendo energia fino alla capacità o fino a una percentuale, in modo che abbia energia sufficiente per alimentare il motore elettrico e quindi cilindrata.

In questo caso il motore a combustione viene spento. Poiché l’obiettivo è offrire la massima efficienza, il motore a scoppio funzionerà da solo solo in due circostanze: quando la carica della batteria è così bassa che quella elettrica non funziona e quando viene superata una certa velocità, ad esempio tra 100 e 120 km/h. Un sistema geniale che quelli di Daimler e Geely hanno tirato e che riafferma la tesi di Ola Källenius che nei mesi scorsi ha confermato di non volere investire più nella combustione termica tradizionale.

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