Dacia sbatte la porta in faccia all’elettrico

M Magarini
Dacia non ne vuole sapere di completare la transizione elettrica: l’ibrido continuerà ad avere un ruolo centrale.
Dacia logo

Per comprendere fino a che punto Dacia intenda spingersi, è necessario fare un breve viaggio nel passato. Il produttore automobilistico di Mioveni, in Romania, ha attraversato una storia caratterizzata da alti e bassi. Il primo capitolo si è concluso in modo piuttosto malinconico, con gravi difficoltà finanziarie che hanno portato alla chiusura forzata. Tuttavia, una volta assorbito dal gruppo Renault, la storia ha preso una piega diversa.

Con il piano “Renaulution” annunciato nel 2021, Dacia ha notevolmente aumentato il suo appeal sul mercato e oggi sta raccogliendo i frutti del duro lavoro. Anche se le valutazioni di Euro NCAP in materia di sicurezza non sono state sempre le più positive, i clienti hanno chiaramente espresso le loro preferenze. L’ottimo rapporto tra qualità e prezzo è stato fondamentale per il successo all’estero, specialmente in Italia. Infatti, nel nostro paese Dacia ha trovato una sorta di seconda casa, riuscendo persino a superare Fiat. Mentre il Lingotto ha sofferto per una gamma di modelli troppo limitata (alcuni dei quali poco convincenti), il costruttore dell’Europa dell’Est è inondato di proposte interessanti.

Dacia sta con l’ibrido: niente gamma al 100 per cento elettrica

Dacia render

Paradossalmente, nel 2023, nonostante non abbia lanciato nessun vero nuovo modello, Dacia ha consolidato la sua posizione in Italia. L’anno prossimo vedremo il debutto della Dacia Duster di terza generazione, un veicolo che rappresenta una svolta rispetto al passato. Infatti, crescerà considerevolmente in termini di dimensioni e assumerà una chiara vocazione fuoristrada. Dopo di lei, arriverà un altro SUV di grandi dimensioni, la tanto attesa Bigster. In seguito, ci sono voci di una berlina e di un crossover compatto previsti per il 2026, che si collocano nel segmento D. Inoltre, si parla di una versione “mini” della Duster, destinata a posizionarsi tra quest’ultima e la Sandero. Che, a sua volta, riceverà un importante aggiornamento con la quarta generazione, previsto per il debutto tra il 2027 e il 2028.

Fino ad oggi, l’azienda ha limitato gli investimenti nell’elettrico, producendo solo la Spring, che, con un prezzo di vendita di 21 mila euro, è la vettura elettrica a batteria più economica d’Europa, seguita dalla Renault Twingo con un prezzo di 22 mila euro. Quello che Dacia ha realizzato è paragonabile a un miracolo, considerando i costi di produzione elevati delle auto completamente elettriche attuali. Nemmeno i costruttori cinesi arrivati in Europa sono stati in grado di offrire prezzi così bassi (nonostante i sospetti di sovvenzioni da parte della Commissione Europea, che ha aperto un’indagine sulle pratiche di Pechino).

Il CEO del gruppo Renault, Luca de Meo, ha recentemente parlato del futuro di Dacia, affermando che, come molte altre vetture a livello internazionale, Dacia manterrà una proposta ibrida. Tuttavia, ha chiarito ai microfoni di Quattroruote che le regole sono chiare e che in Europa ci si prepara ad applicarle, anche perché il marchio capogruppo Renault prevede di diventare completamente elettrico entro il 2030.

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