La Dacia Bigster è solo l’inizio. Sul modello di segmento C se ne parla da un’eternità, dopo le prime dichiarazioni rilasciate dagli alti funzionari del marchio rumeno. Che da quando è entrata nel portafoglio di Renault non ha praticamente più sbagliato nulla. Grazie a una strategia graduale, basata su proposte di reale interesse al pubblico, pochi fronzoli e tanta sostanza, oggi può vantare un ampio bacino di pubblico. E ogni uscita sa richiamare l’interesse di una vasta platea, pronta a tenerne “alta la bandiera”.
Dacia: espansione in vista con due nuovi modelli su piattaforma CMF-B
In solo pochi anni il Costruttore di Mioveni ha scalato le classifiche di vendita e oggi celebra i risultati ottenuti, senza mai, però, togliere lo sguardo dal futuro. Nel caso della Dacia Bigster deve ancora tener luogo la presentazione, ma è nota la data di debutto: 2025. Esatto, fra appena un anno il modello uscirà allo scoperto e allora ogni domanda in proposito alle caratteristiche troverà risposta. Quella sarà la tappa iniziale di un lungo viaggio, improntato all’espansione del brand. Lo ha confermato Patrice Lévy-Bencheton. Non proprio uno qualunque, giacché ricopre la carica di direttore Performance prodotto.
In un incontro con la stampa italiana, ha sottolineato l’importanza del segmento C. Siccome è la domanda a dettare legge, i volumi di vendita del comparto attirano fortemente Dacia, sul punto di rilasciare due nuove proposte. La prima, già anticipata, consiste nella Bigster, una “sorellona” della Duster, giunta alla terza generazione verso la fine del 2023. Sulle spalle della sorellona graveranno delle importanti responsabilità: allargare il raggio d’azione con successo significherebbe, infatti, aumentare considerevolmente il volume d’affari del brand.
Per imporsi avrà il compito di battere esemplari di ottima caratura quali la Volkswagen T-Roc e la Ford Focus. Nel mentre, i progettisti studiano una seconda vettura, su cui permane totale segretezza. Che sia una berlina a tre volumi? L’idea è plausibile, magari sotto forma di rivale della Skoda Octavia, fresca di aggiornamento con alcune defezioni importanti, e della Opel Astra.
Entrambe le new entry in listino nasceranno sull’architettura CMF-B, la medesima impiegata dalla Duster da poco approdata nei punti vendita. Ciò consentirà a Dacia di sfruttare a pieno le economie di scala e di proporre modelli competitivi in termini di prezzo e performance. Quella della filosofia low-cost è un credo intoccabile tra le fila della compagnia, restia per tale motivo all’elettrificazione immediata della gamma. L’unica rappresentata è costituita dalla Spring, l’auto meno costosa del genere in circolazione nel Vecchio Continente.
Eppure, Dacia ha dismesso i panni di semplice realtà low-cost. Oggi i clienti cercano un’auto caratterizzata da un buon rapporto qualità-prezzo, essenziale e funzionale, ha spiegato Lévy-Bencheton. Sull’ibridazione ne parlano, ma la introdurranno soltanto quando ci saranno dei validi presupposti. Il GPL è un pilastro per la decarbonizzazione e lo rimarrà finché avranno la possibilità di vendere propulsori termici.