Crociata anti auto elettrica: 8 ricariche per fare 768 km, se sei un automobilista a digiuno di elettrico

Ippolito Visconti Autore News Auto
Viaggio da Milano a Caserta in 15 ore e 8 ricariche: è tutto vero, ma dipende da come usi l’auto elettrica.
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Va forte un’inchiesta tv di questo genere: viaggio da Milano a Caserta in 15 ore e 8 ricariche. “Se avessimo fatto lo stesso percorso con la stessa auto, ma ad alimentazione diesel, avremmo impiegato la metà del tempo e speso quasi 50 euro in meno”. Fonte “Dritto e Rovescio” di Paolo Del Debbio. 

È vero? Sì

    È vero quanto raccontato? Sì. E allora, quali sono i problemi?

    1. Dipende da quale auto elettrica usi. La Tesla Model 3 Long Range fa il percorso con una sosta. Un’elettrica da città necessita di numerose soste.
    2. Dipende dalla carica della batteria in partenza.
    3. Dipende dalla programmazione delle soste, delle colonnine.
    4. Dipende dal tipo di colonnina.
    5. Esempio: se usi l’elettrica da 70 kWh e ti spaventi quando vedi la batteria appena sotto la metà, ricarichi 20 euro a 1 euro al kWh (quindi 20 kWh), è chiaro che ti fermerai 8 volte. Allora io guido una in autostrada in quarta a 140 orari col motore a 5.000 giri: è vero? Sì. Spendo un botto e spacco il propulsore? Sì.
    6. Mancano i dati base. Marca e modello del mezzo, anno di produzione, velocità, autonomia.
    7. Se vai a caricare nei parcheggi dei paesini uscendo dall’autostrada e nelle colonnine da 3 kW, il viaggio dura 10 giorni. Le colonnine non si cercano mentre si è in viaggio, ma prima di partire. Non è un né un benzina né un diesel. S’è usata un’utilitaria per un viaggio lungo. La prossima volta, si può usare il monopattino elettrico per andare a Mosca: emergerà che non è un veicolo pratico. 
    8. Prima di mettere sotto carica l’auto, si aveva idea di quanto tempo ci avrebbe messo? Lo dicono l’app, la colonnina. Durante le ricariche fatte in viaggio, s’è caricato quanto? Meglio fermarsi intorno all’80%, perché quel 20% finale è lentissimo.
    9. Quindi, le basi dell’inchiesta erano: una persona che era (o simulava di essere) inesperta di auto elettriche, un’auto inadatta a un viaggio lungo, nessuna pianificazione. Abbiamo invaso l’Unione Sovietica d’inverno in ciabatte. O – se preferite una metafora più attinente – abbiamo sfidato la Cina nel campo dell’auto elettrica. L’approccio spensierato che si ha con un’auto tradizionale prima di partire per un viaggio non si può applicare a un’elettrica.

    Pionieri dell’elettrico

    È vero che l’elettrico costa, è vero che serve un uso differente rispetto al termico: siamo nel pionierismo del full electric, specie in Italia. Ma le cose cambiano secondo l’automobilista: chi è pratico di vetture pulite fa viaggi comodi, chi è a digiuno e non s’informa – volendo usare l’elettrica come una diesel – fa viaggi da incubo. Questo vale per tutto, per qualsiasi tecnologia e anche per un elettrodomestico. Tanto per essere chiari, se usi un ferro da stiro per rimuovere le pieghe del tessuto, ne fai un utilizzo intelligente; se un ferro da stiro per giocare a padel, avrai dei problemi. 

    Esigenze giornalistiche

    Comprendiamo anche le esigenze giornalistiche. Quei programmi tv sono visti dalla massa. Bisogna dare in pasto cose facili, che si digeriscono al volo, fanno effetto: un infernale viaggio in elettrico, con tanta nostalgia del naftone facile facile. Se fai un’inchiesta illustrando marca e modello, tipo di ricarica, programmazione, uso intelligente del mezzo, molti cambiano canale, si annoiano: ascolti in calo e addio pubblicità. Il pubblico è variegato, eterogeneo, difficile da conquistare. Bisogna anche entrare nella testa della massa, di chi esige cose molto semplici in tv, e di chi non ce la fa a seguire ragionamenti un minimo articolati. Gente che non sa neppure cosa siano i siti autorevoli su Internet per informarsi.

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    La politica Ue è il guaio dell’auto elettrica

    La verità è che la politica Ue non ha protetto un gioiello di tecnologia come l’auto elettrica: manca un ecosistema di Tesla Supercharger, zero tutela dell’industria e degli occupati, nessuno scudo anti Cina. Il full electric europeo è stato preso e sbattuto nell’arena, pronto per essere sbranato dal Dragone. La maggior parte degli italiani detesta l’elettrico, lo vede costoso e scomodo. Idem nell’Ue. Ma chi sa utilizzare con intelligenza l’elettrico non vive quegli incubi: 8 ricariche per fare 768 km. Se la cava in scioltezza. Viceversa, impiegando il mezzo a corrente peggio ancora, si può stare in ballo 10 giorni per fare quel viaggio. Per avere macchine elettriche meno care, ci sarebbe la possibilità di rivolgersi ai cinesi, ma l’Ue ha piazzato i dazi. Comunque la si veda, il full electric era e resta un morto che cammina in Europa, ancora più in Italia, peggio ancora in certe aree del Sud dove le stazioni di ricarica sono un miraggio.

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