Il 9 ottobre 2025, Ferrari svelerà la sua prima supercar elettrica. La data è stata rivelata dall’amministratore delegato Benedetto Vigna durante una conference call sui risultati finanziari del 2024. “Noi non abbiamo mai parlato di transizione elettrica, ma di addizione. Non lasciamo qualcosa per sostituirla con un’altra. Aggiungiamo alle termiche e alle ibride un’auto a trazione 100% elettrica”.
Differenza fra transizione elettrica e addizione
Quindi, l’Ue punta sulla transizione elettrica col bando termico 2035: addio alle termiche a benzina o diesel o ibride (plug-in incluse); divieto di vendere macchine a combustione; solo elettrico totale. Invece, Ferrari mira all’addizione: farà sia le termiche (ibride) sia le elettriche. L’elettrico come alimentazione alternativa alla gamma. “La presentazione avverrà in un modo innovativo e unico al Capital Markets Day del 9 ottobre. Quel giorno ci saranno un sacco di elettroni in giro per Maranello”.
Un 2025 ricchissimo
“Nel 2025, arricchiremo la nostra offerta di prodotti con il lancio di sei nuovi modelli, uno dei quali sarà la prima Ferrari a batteria”. Quali? Il gossip automotive vuole che arrivino: gli aggiornamenti della Roma e della SF90, la versione speciale della 296; l’elettrica. Obiettivo primario di Ferrari: la qualità delle vendite. Più che i volumi. Partanto, consegne in Cina al di sotto della soglia del 10%.
Bonus di dipendenti
Ancora Vigna: “Nel 2024 abbiamo venduto circa l’81% delle nostre nuove auto a clienti esistenti e il 48% a clienti che attualmente possiedono più di una Ferrari”. Per i notevoli risultati della Casa, ai lavoratori Maranello darà un premio di competitività: i 5.000 addetti italiani della Ferrari riceveranno un bonus di 14.400 euro, ossia 900 euro in più dei 13.500 distribuiti l’anno scorso e il doppio di quattro anni addietro.
Dazi come i chip
Nell’immediato post pandemia, le Case auto hanno affrontato la carenza di chip. Taiwan vendeva processori solo ai big tech in enorme crescita durante il Covid. Quindi, le macchine restavano ferme nei piazzali in attesa dei semiconduttori. Per Vigna, la bufera dei dazi di Donald Trump contro l’Europa può essere analoga a quella dei chip. Da affrontare come “il mare grosso negli ultimi anni. Lo gestiremo”.