Doveva essere un magnifico spettacolo incentrato sulle auto d’epoca e lo è stato. Nell’edizione 2023 del Concorso d’eleganza di Villa d’Este hanno sfilato bolidi di epoche differenti, accomunate da due valori: lo straordinario valore artistico e il fascino riscosso tra i collezionisti e, più in generale, gli appassionati delle quattro ruote. Per quest’anno sono state 53 le vetture andate in scena, una più bella dell’altra. A dispetto della pioggia scrosciante, hanno saputo regalare un magnifico pomeriggio alla platea, risvegliando tanti dolci ricordi, accompagnati da quel pizzico di nostalgia che non mai male.
Alla commissione giudicante è toccato l’ingrato compito di stabilire un unico esemplare meritevole della bramata Coppa d’oro. Il prestigioso riconoscimento è, infine, andato a un gioiello del 1961, la Ferrari 250 GT Spider California, realizzata in appena 55 unità. La proposta del Cavallino Rampante è stata affidata alle sapienti cure di Pininfarina e Scaglietta, della Keybridge Collection di Hong Kong. Il fascino di Maranello non si smentisce neppure stavolta, dunque, complice una storia meritevole di essere tramandata ai posteri.
Concorso d’eleganza di Villa d’Este 2023: vince un esemplare del Cavallino
Al volante della California Spider originale si sono seduti alcuni dei più grandi divi di ogni epoca. Figure leggendarie come Roger Vadim, James Coburn e Alain Delon hanno avuto il privilegio di guidarla, elevandone lo status. Jan De Vroom vi salì a bordo alla 24 Ore di Le Mans del 1960 e alla 12 Ore di Sebring dell’anno successivo, chiuso al 12° posto: un signor traguardo, trattandosi di una scoperta omologata per circolare su strada. In confronto al modello originale presentato in apertura del decennio al Salone di Ginevra, cambiava nel passo. Prima di qualsiasi altro, la Ferrari mostrata la ricevette in consegna la scrittrice, drammaturga e sceneggiatrice francese Françoise Sagan, autrice, tra le varie opere, di Bonjour tristesse, il romanzo che la portò all’attenzione popolare e riscosse pure i complimenti di François Mauriac, Premio Nobel per la letteratura.
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In totale, la rassegna ha contato otto categorie, ciascuna di esse legate a un particolare tema, dalle sportivissime italiane alle Granturismo, compresa la celebrazione del mito della Porsche, che soffia quest’anno le 75 candeline.
A prescindere da ciò, per ciascuna delle contendenti parlavano e parlano in favore gli esterni accattivanti, le dotazioni di bordo avanzate e la lungimiranza in alcuni tratti dimostrata dalle rispettive Case di produzione. Reperirne una copia perfetta è impossibile, a meno di non disporre di capacità di spesa illimitate. Schierate una in fila all’altra hanno fatto brillare gli occhi ai presenti, accomunati dalla stessa viscerale passione. Giusto per restare in tema Ferrari, hanno deliziato la platea la 250 Testa Rossa e la 250 GTO, lanciate a cavallo tra i Fifties e i Sixties. Degli autentici capolavori, le cui linee sono passate all’immortalità, trascendendo le mode passeggere dell’epoca.
Ha giocato altresì in casa l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Berlinetta Riva “La Serenissima”. Datata 1950, è probabilmente l’espressione più pura del talento di Giovanni Lurani Cernuschi. Acquistata da un facoltoso cliente americano, il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este ha avuto il merito di far tornare per la prima questo pezzo unico in Europa.
Risale addirittura al periodo tra le due guerre mondiali la Duesemberg SJ Speedster, Gurney Nutting. Uscita dagli stabilimenti nel 1938, aveva appena 35 sorelle, dalle quali si distingueva per la carrozzeria “Boat-Tail-Speedster”, pura gioia per gli occhi. Ebbero modo di guidarla all’epoca dei divi assoluti, quali Clark Gable, Gary Cooper e Greta Garbo.
L’altrettanto iconico Anthony Quinn si assicurò, invece, la Maserati 3500 GT Coupé Touring in oro metallizzato del 1962, inizialmente comprata da Eddie Fischer per la consorte, Liz Taylor. Solo un evento della nomea del Concorso d’eleganza di Villa d’Este sarebbe stato in grado di riunire vetture di tale caratura.