Colonnine elettriche Enel X-Volkswagen: istruttoria Antitrust

Walter Gobbi
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Rifornimento delle auto a batteria: irrompe l’Antitrust. Colonnine elettriche Enel X-Volkswagen Finance Luxembourg, il Garante accende un faro. Le due società potrebbero acquisire una posizione dominante nel nascente mercato italiano.

Vediamo i due protagonisti. Enel X è una società interamente controllata da Enel, capogruppo dell’omonimo Gruppo energetico italiano, attivo in 48 Paesi nei settori dell’elettricità e del gas naturale. A Enel X fa capo la linea di business dedicata ai prodotti innovativi e alle soluzioni digitali relative all’energia, inclusa la mobilità elettrica: opera nell’installazione, gestione e manutenzione di infrastrutture per la ricarica.

Volkswagen Finance Luxembourg (VWFL) è una società interamente controllata da Volkswagen AG, capogruppo del Gruppo Volkswagen. Gigante delle auto.

Colonnine elettriche: la situazione

La joint venture tra Enel X e VWFL è stata costituita in Italia il 10 giugno 2021 con la denominazione sociale provvisoria di Enel X Mobility HPC. Obiettivo, la creazione e la gestione esclusivamente in Italia di una rete di infrastrutture di ricarica a elevata potenza, vale a dire superiore ai 100 kW (High Power Charge, di seguito “HPC”), pubbliche o private ad accesso pubblico per BEV. Ossia per le macchine elettriche al 100%.

La rete sarà aperta a condizioni non discriminatorie a tutti i potenziali utenti. Ma il Garante ritiene opportuno valutare gli effetti dell’operazione sui mercati a valle della produzione e commercializzazione di auto.

Stando a Enel e VW, in prospettiva l’operazione non farebbe venir meno un potenziale concorrente autonomo sul mercato della costruzione e gestione di infrastrutture di ricarica HPC pubbliche per BEV. Si inserirebbe in un contesto fortemente dinamico, nel quale numerosi soggetti svilupperanno iniziative importanti, tanto che l’operatore creato con l’operazione stessa non sarebbe destinato affatto a detenere una posizione dominante.

Cosa dice l’Antitrust? Gli elementi allo stato raccolti non consentono di escludere che l’operazione possa contribuire ad accrescere la concentrazione del mercato. Fino a consentire la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.

Comunque, la partita è aperta: siamo all’istruttoria, al faro, non certo alla multa o a una condanna.

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