Si conclude con un nulla di fatto il primo bando per la costruzione delle 2.500 colonnine di ricarica delle auto elettriche lungo le autostrade e le superstrade. Lo avevano detto gli operatori di settore che, in assenza del sostegno delle imprese italiane, allora non vi sarebbe stato modo di installarle. Così è in effetti stato, il che fa sorgere dei forti dubbi su quali siano le prospettive della mobilità a zero emissioni lungo la penisola italica. Attualmente divampano una marea di dubbi, a differenza di altri Paesi, dove la transizione ecologica è ben avviata. Gli esempi di Norvegia (e, in generale, di tutti i Paesi scandinavi), nonché dei Paesi Bassi sono i più eloquenti. Ma senza andare a scomodare loro, si ravvisa un deciso ritardo pure in confronto agli altri major markets.
Colonnine di ricarica, il PNRR si arena: nessun interesse per il primo bando
Il basso reddito medio della popolazione sicuramente gioca un ruolo importante, ma non è l’unico fattore dietro alla scarsa diffusione delle bev nel Belpaese. Difatti, gli stessi guidatori hanno espresso a più riprese negli studi di settore il timore di “rimanere a piedi”. La scarsa presenza di adeguate infrastrutture di rifornimento incidono a loro volta. E nemmeno in questa occasione con le colonnine di ricarica, il tentativo delle autorità di dare slancio all’alimentazione ha dato i frutti sperati.
Lo stesso si può, altresì, dire in merito all’Ecobonus confermato per il 2023 con gli stessi criteri definiti dal precedente Governo Draghi. Ancora una volta le bev sono passate pressoché inosservate, a differenza delle ibride, i cui contributi sono finiti in pochissimi giorni. Il Belpaese ribadisce, insomma, la forte spaccatura tra le ibride e le full electric. L’esito del bando relativo alle superstrade e alle autostrade ha evidenziato un dato di fatto, inoppugnabile pure per i più ferventi sostenitori del passaggio alle vetture a zero emissioni. Il segretario di Motus-e Francesco Naso ha sottolineato a nome del gruppo di aver garantito pieno supporto alle compagnie.
A suo avviso, è evidente la necessità di rivedere i criteri relativi ai prossimi bandi, altrimenti una parte delle risorse stanziate col PNRR non verrà assegnata. A ogni modo, sottolinea La Repubblica, il tesoretto adibito alle nuove colonnine di ricarica delle auto elettriche potrebbe ugualmente trovare destinazione. Difatti, assicurano dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, non è da escludere l’eventualità di procedere al recupero per i centri urbani e le strade extraurbane da qui al 2024. A tal proposito, nelle città la risposta è stata migliore, nonostante alcune Regioni restino scoperte, cioè la Sardegna, la Calabria e parte della Sicilia.