Fra Europa e Cina cooperazione vincente nel settore automotive. Lo dimostra la partnership tra Volkswagen e Xpeng per le colonnine ultraveloci nella nazione del Dragone: più di 20.000 stazioni di ricarica gestite da entrambe le aziende, che coprono 420 città. Le reti realizzeranno l’interconnessione dei dati tramite i rispettivi sistemi dei veicoli, app per telefoni cellulari e dispositivi di ricarica. Dall’investimento di 700 milioni di dollari nel 2023 e dalla firma del loro accordo quadro sulla collaborazione tecnica strategica, la loro relazione si è evoluta.
Gli accordi migliori
La cinese BYD ha stretto una partnership con il produttore di autobus britannico ADL per promuovere autobus elettrici. Chery e la spagnola Ebro-EV Motors hanno costituito una joint venture nella zona franca di Barcellona, mentre BMW ha collaborato con CATL e altre aziende per sviluppare batterie per veicoli elettrici e ha esplorato tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale e le batterie allo stato solido con la Tsinghua University. Inoltre, la partnership tra la multinazionale automobilistica Stellantis e la cinese Leapmotor, così come la profonda integrazione di SAIC Motor nel mercato europeo dopo l’acquisizione di MG Motor, stanno generando un notevole slancio nei mercati globali. Queste collaborazioni stanno aumentando la fiducia nel settore, ricorda Global Times (organo del PCC).
Anche in Ue
È importante notare che la collaborazione tra Case automobilistiche cinesi ed europee non si limita al mercato entro i confini della Grande Muraglia, ma può essere realizzata anche in altri mercati, tra cui quello del Vecchio Continente. In passato, molte società automobilistiche in joint venture hanno istituito centri di ricerca e sviluppo in Cina, portando tecnologie ed esperienze straniere avanzate nel paese per pratiche localizzate e ottenendo un grande successo. Le aziende con il più acuto senso delle tendenze di mercato e approfondite intuizioni sugli sviluppi hanno già preso provvedimenti, rispondendo alla feroce concorrenza di mercato attraverso una collaborazione aperta e ottenendo risultati.
Cosa pensa Luca de Meo
Per l’ad Renault, l’italiano Luca de Meo, l’elettrificazione in Europa sarebbe difficile senza una buona cooperazione con la Cina. D’altronde, l’industria automobilistica ha una filiera molto estesa, che va dall’estrazione delle materie prime ai servizi post-vendita. Le aziende europee stanno anche reperendo componenti chiave come le batterie a nuova energia prodotte nel Celeste Impero per l’uso nei loro veicoli. Questa cooperazione tra le aziende automobilistiche a monte e a valle nel Paese orientale e all’estero ha creato una “filiera estera”. Il potenziale di cooperazione tra le aziende automobilistiche europee e cinesi si estende ben oltre le singole tecnologie o transazioni di componenti.
Cina avanti
Per il top manager, “i cinesi hanno preso una generazione di vantaggio, circa 6-10 anni. Ora in una generazione ne dobbiamo colmare due. Stiamo rispondendo con 250 miliardi di investimenti. Siamo al lavoro sulla sostituzione completa delle tecnologie di ricambio e su tutta la catena del valore. La sfida verso l’elettrico ci pone nella condizione di ripensare la supply chain, ora in mano soprattutto ad americani e cinesi. Dietro all’elettrico ci sono le gigafactory, la chimica, le miniere. Avevamo un vantaggio che è venuto meno”.
Dazi Ue, ecco perché
Una cosa sono i costruttori che cooperano, un’altra i politici Ue che hanno piazzato extra dazi anti elettriche Made in China. Un muro medievale, a nostro avviso, che non favorisce la concorrenza e la cooperazione. una barriera che fa del male all’auto elettrica, resa meno appetibile.