Codice della strada, secondo il Codacons senza i controlli sulle strade rischia di essere un semplice manifesto propagandistico

Dario Marchetti Autore
A rendere pubblica posizione dell’associazione dei consumatori è stato il suo presidente, Carlo Rienzi
Carlo Rienzi

Il nuovo Codice della Strada continua a far discutere l’opinione pubblica. E, naturalmente, nel dibattito in atto anche le associazioni dei consumatori hanno deciso di dire la loro. Nel caso del Codacons assumendo un altro punto di vista, ovvero l’approvazione dello spirito di maggiore severità che impregna il provvedimento, ma mettendo in guardia sul vero problema che potrebbe in pratica renderlo inutile: la mancanza di controlli lungo le arterie stradali del Belpaese. Senza un reale incremento in tal senso, insomma, l’inasprimento delle sanzioni previsto dal nuovo regolamento entrato in vigore il passato 14 dicembre potrebbe alla fine tradursi in una stangata per pochi.

Codacons: servono maggiori controlli sulle strade

A spiegare la posizione assunta dal Codacons è il suo presidente, Carlo Rienzi. Queste le dichiarazioni sul nuovo Codice della Strada entrato in vigore da pochi giorni: “Il giro di vite contro l’uso dei cellulari alla guida, la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, e i provvedimenti in tema di monopattini rappresentano nell’insieme misure positive ma che rischiano di non produrre gli effetti sperati sul fronte della sicurezza stradale”.

Incidente stradale

Un parere sostanziato del resto dai numeri puri, snocciolati dallo stesso Rienzi: “Questo perché qualsiasi nuova regola o inasprimento delle sanzioni verso i trasgressori resta lettera morta se sulle strade i controlli scarseggiano: basti pensare che secondo gli ultimi dati Istat nel primo semestre del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, si registra in Italia un aumento del +0,9% del numero di incidenti stradali con lesioni a persone e dei feriti (+0,5%), mentre le vittime sulle strade salgono addirittura del +4%, con punte del +7,9% proprio sulle strade urbane, quelle che necessiterebbero di maggiore vigilanza”.

Un quadro sempre più preoccupante, quindi. Di fronte al quale l’associazione dei consumatori esterna un parere positivo per le nuove regole, ma chiede strumenti effettivi per farle rispettare. Ovvero quei maggiori controlli stradali i quali dimostrerebbero la volontà dell’esecutivo di incidere realmente sulla situazione e non limitarsi ad un manifesto propagandistico.

L’Osservatorio sulle multe stradali non è mai stato varato

Un altro punto sul quale il Codacons pone il suo accento è quello rappresentato dalle multe. Dall’inizio del 2024 ad oggi, infatti, gli incassi ottenuti dagli enti locali grazie alle sanzioni a carico delle famiglie per le violazioni delle norme stradali hanno raggiunto quota 1,6 miliardi di euro. Una cifra la quale è andata in pratica a ingrassare le casse di erario e enti locali, provocando non poche polemiche.

Polizia municipale

Il governo, però, non ha mai provveduto a varare l’Osservatorio sulle multe stradali (in capo al MIT) introdotto dal decreto legge P.a. bis del 2023, il quale sarebbe dovuto entrare in funzione entro il mese di novembre del 2023. La sua funzione avrebbe dovuto consistere nella realizzazione di una relazione annuale “contenente in particolare i dati relativi agli incidenti stradali e alla regolarità e trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e nell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità”.

Mentre non vara questo osservatorio, il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture raddoppia però i tavoli di lavoro sulla cannabis medica. Una novità venuta fuori nelle ultime ore, nel pieno delle polemiche concernenti l’inasprimento delle sanzioni a carico di chi guida dopo aver assunto sostanze psicotrope.

In pratica, il 9 dicembre, a pochi giorni dalla definitiva entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, una nota del ministero guidato da Matteo Salvini ha annunciato la creazione di un tavolo tecnico, incaricato di indicare le eventuali deroghe riservate ai malati in cura con la cannabis o altri farmaci a base di stupefacenti. Dimenticando che un organismo simile è già stato istituito dal ministro della Salute Roberto Speranza, il 16 novembre 2021. Ancora una volta, quindi, il caos regna sovrano.

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