Oggi, 26 febbraio 2025, la Commissione presenta il Clean Industrial Deal, per sostenere la competitività e la resilienza della nostra industria pro decarbonizzazione. C’è qualcosa sull’auto? “Mobilità pulita” in una riga.
Clean Industrial Deal UE: cos’è questo documento?
È una comunicazione della Commissione. Non è una legge, non è una Direttiva, non è un Regolamento, non è un Fondo, non è provvedimento perché non provvede a niente. È un insieme di buone intenzioni da attuare in futuro. È un quadro: qui dentro, bisogna fare le norme future. E come? La Commissione, il Parlamento e il Consiglio UE, ossia il Trilogo, decideranno. Nel mentre che il Trilogo UE elabora, in quel lasso di tempo la Cina, gli USA, la Russia e altri hanno già preso mille decisioni e attuato le regole per l’auto, l’energia, l’industria.
Auto: se ne riparlerà
Quindi il gruppo di politici che ha fallito con il Green Deal e l’auto elettrica nel 2019, oggi cerca di porre rimedio. Mah. Tutto è invece rinviato al 5 marzo, quando il commissario ai Trasporti Tzitzikostas presenterà il Piano d’azione automotive, frutto del Dialogo strategico. Poi tutto passa al Trilogo. In cinque settimane, si devono risolvere criticità non risolte in cinque anni. Avere qualche dubbio da parte nostra è legittimo. Anche perché le sanzioni anti Russia non hanno funzionato: eppure l’UE prevedeva il tracollo di Putin. Eppure l’Europa ha fretta: disoccupazione auto crescente, incertezza, fornitori che licenziano, colossi coi piedi d’argilla, Dragone che ci divora, dazi di Trump in arrivo, pochissime colonnine, ricariche scomode e costose, europei che desiderano le termiche a benzina e diesel, multe di 16 miliardi alle Case che possono essere squassanti.
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Il principio base del Clean Industrial Deal UE
Per Ursula von der Leyen, “l’Europa non è solo un continente di innovazione industriale, ma anche un continente di produzione industriale. Tuttavia, la domanda di prodotti puliti è rallentata e alcuni investimenti si sono spostati in altre regioni. Sappiamo che troppi ostacoli si frappongono ancora alle nostre aziende europee, dagli elevati prezzi dell’energia agli eccessivi oneri normativi. Il Clean Industrial Deal è quello di tagliare i legami che ancora frenano le nostre aziende e di creare un chiaro business case per l’Europa”.
Due settori
Il Deal si concentra su due settori strettamente collegati: le industrie ad alta intensità energetica e le tecnologie pulite.
Uno. Industrie ad alta intensità energetica in quanto necessitano di un sostegno urgente per decarbonizzare ed elettrificare. Il settore deve far fronte a costi energetici elevati, concorrenza globale sleale e normative complesse, che ne danneggiano la competitività.
Due. Le tecnologie pulite sono al centro della competitività e della crescita future, nonché cruciali per la trasformazione industriale. Anche la circolarità è un elemento centrale del Deal, in quanto dobbiamo massimizzare le risorse limitate dell’UE e ridurre le dipendenze eccessive dai fornitori di materie prime di Paesi terzi.
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In futuro: il rinvio al Piano d’azione auto
L’accordo presenta misure volte a rafforzare l’intera catena del valore. Funge da quadro per adattare l’azione in settori specifici. La Commissione presenterà un piano d’azione per l’industria automobilistica a marzo e un piano d’azione per l’acciaio e i metalli in primavera. Sono previste altre azioni mirate per l’industria chimica e delle tecnologie pulite. L’energia accessibile è il fondamento della competitività. Pertanto, la Commissione ha adottato oggi un piano d’azione sull’energia accessibile per ridurre le bollette energetiche per industrie, aziende e famiglie. La legge accelererà l’elettrificazione, completerà il nostro mercato interno dell’energia con interconnessioni fisiche e ridurrà la dipendenza dai combustibili fossili importati.
Etichetta volontaria di intensità di carbonio
L’Industrial Decarbonisation Accelerator Act lancerà anche un’etichetta volontaria di intensità di carbonio per i prodotti industriali, a partire dall’acciaio nel 2025, seguito dal cemento. La Commissione semplificherà e armonizzerà le metodologie di contabilizzazione del carbonio. Queste etichette informeranno i consumatori e consentiranno ai produttori di raccogliere un premio sui loro sforzi di decarbonizzazione. Nel breve termine, il Clean Industrial Deal mobiliterà oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione pulita made in EU. Questo importo include un ulteriore miliardo di euro di garanzie nell’ambito dell’attuale quadro finanziario pluriennale.
I soldi per la mobilità pulita
Si rafforzerà il Fondo per l’innovazione e proporre una Banca per la decarbonizzazione industriale, puntando a 100 miliardi di euro di finanziamenti, sulla base dei fondi disponibili nel Fondo per l’innovazione, delle entrate aggiuntive derivanti da parti dell’ETS e dalla revisione di InvestEU. Si mobiliteranno fino a 50 miliardi di euro in investimenti privati e pubblici aggiuntivi, anche in tecnologie pulite, mobilità pulita e riduzione dei rifiuti. Il Gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI) lancerà anche una serie di nuovi strumenti finanziari concreti per supportare il Clean Industrial Deal.
Circolarità e accesso ai materiali
Le materie prime critiche sono fondamentali per la nostra industria. L’UE deve quindi garantire l’accesso a tali materiali e ridurre l’esposizione a fornitori inaffidabili. La Commissione pertanto istituirà un meccanismo che consenta alle aziende europee di riunirsi e aggregare la loro domanda di materie prime essenziali. Creerà un centro UE per le materie prime essenziali per acquistare congiuntamente materie prime per conto delle aziende interessate. Gli acquisti congiunti creano economie di scala e offrono una maggiore leva per negoziare prezzi e condizioni migliori. Adotterà un Circular Economy Act nel 2026 per accelerare la transizione circolare e garantire che i materiali scarsi siano utilizzati e riutilizzati in modo efficiente, ridurre le nostre dipendenze globali e creare posti di lavoro di alta qualità. L’obiettivo è di avere il 24% di materiali circolari entro il 2030. Si agirà in modo ancora più deciso per proteggere le nostre industrie dalla concorrenza globale sleale e dalle sovraccapacità attraverso una serie di strumenti di difesa commerciale e altri strumenti.
Garantire l’accesso a una forza lavoro qualificata
La trasformazione del nostro settore richiede personale qualificato e talenti di alto livello. La Commissione istituirà un’Unione delle competenze che investe nei lavoratori, sviluppa competenze e crea posti di lavoro di qualità. Con fino a 90 milioni di euro da Erasmus+, l’accordo contribuirà a rafforzare le competenze settoriali per le industrie strategiche collegate
al Clean Industrial Deal. L’accordo sostiene inoltre posti di lavoro di qualità, promuove le condizionalità sociali e fornisce ulteriore supporto ai lavoratori in transizione.
Qualcosa non quadra
Il 16 gennaio 2025, al Summit Automotive di Stoccarda, Stéphane Séjourné (vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia industriale della Commissione UE, Commissario per l’Industria, l’imprenditoria, le piccole e medie imprese e il mercato unico), aveva detto: “Entro 40 giorni, soluzioni di emergenza” per il comparto, inserite proprio nel provvedimento Clean Industrial Deal. Target: “Stimolare la domanda europea di auto pulite e promuovere il Made in Europe con una strategia legata alle flotte professionali, un mercato dell’usato da creare, incentivi positivi che possono essere offerti alle aziende che scelgono di cambiare la propria flotta, e accelerare l’elettrificazione, aumentare le infrastrutture di ricarica”. Sulle multe UE 2026 per i costruttori? “Serve un approccio pragmatico: non possiamo indebolire un settore che stiamo cercando di salvare”.