Il settore automotive sta vivendo un periodo di profondi cambiamenti alla radice. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad alcune svolte storiche, ma forse è l’ultima notizia battuta la più clamorosa. Stando a quanto riporta Automotive News Europe, la Cina avrebbe messo la freccia tra i Paesi esportatori di auto, prendendosi la prima posizione.
Se le stime degli analisti fossero corrette, allora il Giappone verrebbe spodestato dal trono. Un qualcosa di impensabile fino a poc’anzi, merito dell’oculata campagna di sviluppo intrapresa dalla potenza asiatica. Quali sono le chiavi del successo è presto detto: programmazione. Una signora programmazione. Scandito da una serie di tappe, il piano avviato dalla terra dei dragoni ha di sicuro già dato dei grandi benefici.
La Cina infila il Giappone e si issa al primo posto
Relegato in passato a un ruolo di secondo se non di terzo piano, con l’avvento delle vetture elettriche tutti gli equilibri sono stati rimessi in discussione. Persino le potenze ritenute inattaccabile hanno visto vacillare le certezze maturate in decenni di onorata attività. Il maggiore interesse riscosso dai veicoli a zero emissioni ha condotto a una grossa svolta, avvertita solo in minima parte lungo i confini italiani. Come ben sappiamo, nella nostra penisola le bev costituiscono giusto una piccola nicchia nei nostri lidi; tuttavia, altrove la forma di alimentazione recita un ruolo di protagonista. Si spiega, così, la decisione dei produttori cinesi di allargare il raggio d’azione, esteso al Vecchio Continente.
Sulla base della Japan Automobile Manufactures Association, il portale Automotive News Europe riporta una crescita del 17 per cento delle esportazioni dal Paese del Sol Levante nel primo semestre del 2023, pari a 2,02 milioni di esemplari.
Un buon rendimento, che tuttavia scompare in confronto alle rilevazioni della China Association of Automobile Manufactures. Che nello stesso periodo ha totalizzato 2,34 milioni di unità, in aumento del 77 per cento. Inoltre, la CAAM segnala un aumento del 110 per cento del relativo valore monetario, schizzato a 46,4 miliardi di dollari. Nessuno ne regge il paragone, neppure la Germania, scesa in seconda posizione.
A conti fatti, le previsioni dei grandi capi d’industria circa il pericolo costituito dalla Cina paiono affondare su argomentazioni concrete. Uno dei principali punti di forza è da ricercarsi nella capacità dei tecnici di creare delle macchine affidabili. A differenza del passato, quando gli standard apparivano mediocri, la serie di 5 stelle conseguite dalle rappresentanti della Nazione ai crash testo Euro NCAP confermano la bontà del corso avviato.