Venerdì 13 nero per il governo Meloni e il ministro delle Imprese Urso: la cinese Dongfeng svela il proprio futuro e dice che non costruirà fabbriche in Europa. Quindi, il sogno dell’esecutivo di aumentare la produzione di macchine in Italia va in frantumi. Target: 1,4 milioni di veicoli l’anno per il 2030 tutti made in Italy. Circa un milione da Stellantis. Ma il Gruppo guidato da Tavares va maluccio, non fa la gigafactory di Termoli e i cinesi non ci filano.
Esecutivo innocente
Colpe del governo attuale? Nessuna. Situazione ereditata. I miracoli non si possono fare. Serve molto tempo. Magari chissà se il nostro Paese dice no ai dazi Ue anti Cina, allora qualche Casa può vederci di buon occhio e ringraziarci con una fabbrica. In quanto ai marchi Innocenti e Autobianchi che qualcuno della compagine governativa vorrebbe mettere sul piatto, sono di Stellantis, e poi pare che non tirino: poco conosciuti all’estero, specie nella nazione del Dragone.
Senza giri di parole burocratiche
Come nello stile cinese, l’azienda di Wuhan è esplicita: “Molti ci fanno domande su un possibile impianto in Europa, ma dobbiamo valutare la situazione anche dal punto di vista della clientela. Prima vogliamo concentrarci sulla rete di vendita e di distribuzione”, ha detto il direttore generale Ma Lei al Salone Auto Torino. Oltretutto, da noi le elettriche sono un flop da incubo, non le vuole nessuno, vengono reputate a ragione vetture costose come il fuoco e scomode come calzini stretti. Poche le colonnine. Scarsi gli incentivi e pesanti male. Tantissima burocrazia e tassazione da urlo.
Peccato: le consegne Dongfeng in Europa hanno superato le 10.000 unità. I punti vendita saliranno a 114 per fine 2024 e a 160 per il 2025. Ci sarà copertura in tutte le principali città europee. Pezzi di ricambio se l’auto va ko? Il gruppo garantisce capacità di assistenza, magazzini sul posto, rapidità ed efficienza.