Tabula rasa. Per il Model Year 2025 il marchio Chevrolet avrebbe intenzione di stravolgere gli interni della Corvette. Così scrive almeno CorvetteBlogger, riferendosi, nello specifico, alla cosiddetta GWOF (Great Wall of Buttons), la “grande muraglia dei bottoni” collocati lungo la consolle centrale. Una vecchia voce, che continua ad andare avanti dal 2021, senza soluzione di continuità. Stavolta sarà la volta buona? Ovviamente, come si suol dire in tali occasioni, ai posteri l’ardua sentenza. Tuttavia, dal 2021 circolano le indiscrezioni e forse c’è sotto qualcosa. In principio, la scelta controcorrente della Casa aveva colto parecchio alla sprovvista i clienti.
GM si sarebbe decisa sulla prossima Chevrolet Corvette
Ancor prima di acquistarla avevano espresso dei dubbi, con troppa frenesia. Difatti, in seguito alla prova sul campo si sono detti soddisfatti. Al contrario delle previsioni iniziali, si sono trovati subito benissimo nell’abitacolo. Nonostante la pletora di comandi, vi hanno preso agevolmente confidenza. Mantenendo lo sguardo fisso sulla strada, si sono fin dal principio riusciti a destreggiare tra le varie funzioni. Adesso, rieccoci al punto di partenza, allo stesso scenario paventato nel 2021, in riferimento alla Chevrolet Corvette M.Y. 2023.
Alla fine, non se ne è fatto nulla, ma resta da capirne la ragione. Una tesi plausibile vuole che General Motors abbia dato l’ordine di posticipare i piani alla prossima generazione. Modificare il layout richiede un impegno considerevole e lo scoppio dell’emergenza sanitaria ha rallentato parecchio le attività. Alla pari di qualsiasi altra compagnia, la crisi della catena di approvvigionamento di componenti e materie prime si è percepita.
I possibili scenari
Onde evitare di eseguire un lavoro malfatto, il management potrebbe aver stoppato il passaggio della Chevrolet Corvette alla nuova era. Stando alla seconda chiave di lettura, GM avrebbe esitato a causa dei responsi positivi forniti dal pubblico. Da lì il dietrofront improvviso. Poi esiste la terza interpretazione: si tratta di semplici chiacchiere, prive di vero fondamento. Quest’ultima opzione sembra la più accreditata e a ragion veduta. Difatti, laddove si sancisca il cambiamento, resterebbe da capire dove collocare i pulsanti fisici. In rapporto allo spazio disponibile, le opzioni sarebbero limitate.
Ci sarebbe la carta del touchscreen, che, in fondo, va per la maggiore. Ma proprio qui sta il “problema”: omologarsi alla massa è tutto fuorché quanto desidera l’azienda. Il rischio è, infatti, di perdere originalità e allontanare i clienti interessati a un approccio anticonformista. Ne vale la pena con un modello di importanza storica? A ogni modo, attendiamo curiosi lo svolgersi degli eventi.