Fortissima polemica contro Anas: c’è un ritardo su pagamenti e appalti, accusa Assosegnaletica. Che, all’interno di Anima Confindustria, rappresenta i produttori e le imprese del settore. Il presidente Rudy Fabbri parla di ritardi nell’esecuzione degli accordi quadro, difficoltà nei pagamenti, mancanza di applicativi, revoca di gare di segnaletica stradale. Da parte di chi? Dell’Anas, l’ente nazionale che gestisce circa 32 mila chilometri di arterie. Per Fabbri, siamo in presenza di “mancati lavori” e di “lunghi e macchinosi processi che conducono ai pagamenti: contratti che vengono stipulati sei mesi dopo l’effettiva consegna lavori, oltre a lavorazioni contabilizzate mesi dopo l’esecuzione”. Il classico pagamento molto più in là rispetto a quanto il lavoro viene fatto.
Cartelli stradali caos
Fabbri attacca: un’inerzia che non può essere giustificata. Dimostra quanto la segnaletica sia considerata per l’ente un elemento secondario del patrimonio infrastrutturale di competenza. Occhio, perché la mancata esecuzione dei lavori rappresenta un rischio per la sicurezza dell’utenza: la manutenzione della segnaletica è una condizione fondamentale per garantire la sicurezza stradale. Ci sono poi imprese che hanno investito in seguito a bandi di gara a cui però non fanno seguito gli applicativi necessari per l’esecuzione dei lavori. Da capire se e cosa risponderà Anas.
Problema dei cartelli in Italia: situazione grave
Ricordiamo che sono “fuorilegge” il 60% nella segnaletica verticale (cioè cartelli sui pali e semafori) e l’80% dell’orizzontale (strisce per terra). Lo si desume dai 97 milioni di cartelli presenti lungo 850.000 km di strade urbane e extraurbane. Questi segnali sono leggibili in termini di colore e rifrangenza notturna dai 7 ai 12 anni, ma c’è un ma: ogni anno ne vengono sostituiti pochi: solo due milioni. In più, i proprietari o i gestori delle strade sbagliano in fatto di tipologia, dimensione, tipo di pellicola utilizzata, caratteristiche colorimetriche e posizionamento. In più, ecco 350.000.000 metri quadrati di strisce, di cui 280 milioni da rifare.
San segnale stradale, utilissima guida per l’automobilista
Eppure il cartello è prezioso: conduce l’utente sul giusto percorso, previene incidenti e comportamenti pericolosi, senza contare che informa sulle zone di cantiere, e protegge i soggetti deboli. Ossia pedoni, ciclisti, bambini, donne incinte, anziani. Secondo Regione Lombardia e Aci Milano, una razionalizzazione del parco segnaletico comporterebbe una riduzione dei sinistri sino al 40%. Per Enrico Bonizzoli, fondatore della Beyond srls (società di progettazione, formazione e consulenza per la messa a norma delle strade), abbiamo 6,7 miliardi di euro di cartelli inadeguati, spesso frutto di fantasia. Ed ecco perché gli Adas come la guida semi automatica hanno così tanta difficoltà a leggere i cartelli in Italia: vanno in tilt, è tutto troppo in rovina.