Carlos Tavares è molto ciarliero, in questi giorni. Tante le sue dichiarazioni, alcune condivisibili, altre molto meno. Quella su cui è difficile opporre una qualsiasi forma di resistenza è, però, quella relativa al maldestro modo di muoversi della politica in tema di industria automobilistica. Secondo il numero uno di Stellantis, infatti, le conseguenze dei regolamenti comunitari su un settore chiave per l’industria continentale sono assolutamente nefasti. Una dichiarazione che dovrebbe far fischiare le orecchie di Ursula Von der Leyen, se solo la responsabile della Commissione Europea si degnasse di ascoltare qualcuno, invece di andare avanti come un rullo compressore, provocando danni pesantissimi.
Carlos Tavares: il caos lo hanno creato altri, non certo le case automobilistiche
Carlos Tavares è tornato ad affrontare un tema sempre più caldo, quello relativo alle conseguenze delle decisioni politiche sulle fortune dell’industria automobilistica. Se, infatti, l’Unione Europea afferma di voler tutelare l’automotive europeo, l’apposizione dei dazi sulle auto elettriche cinesi e i target climatici per il 2025 rischiano di provocare danni incalcolabili alla stessa.
Tanto da spingerlo a dichiarare: “Altri hanno creato il caos e voi chiedete a me di risolvere la situazione e di garantire posti di lavoro. Non sono un mago, sono un essere umano come voi”. Parole molto eloquenti, rilasciate nel corso di una tavola rotonda con la stampa al Salone dell’Auto di Parigi.
L’amministratore delegato di Stellantis ha poi aggiunto: “Mi chiedete di risolvere problemi creati da altri, ma per risolvere quelle situazioni potrei dover fare cose che non saranno accolte bene”. Il riferimento è con ogni probabilità alla possibilità di licenziamenti che è tornata ad affiorare anche all’interno del gruppo italofrancese. Resa sempre più attuale dal fatto che le auto prodotte si stanno accalcando sui piazzali di stoccaggio, senza essere vendute.
Carlos Tavares: l’UE sta danneggiando il mercato
La direzione verso la quale si è incamminato Tavares è quindi abbastanza chiara. La polemica con Von der leyen e company torna infatti ad affiorare in questa dichiarazione: “Dov’è lo studio di impatto dell’Europa sulle possibili conseguenze? Perché non ascoltano? Come posso rassicurare sul fatto che il caos che è stato creato sarà risolto da una casa automobilistica come Stellantis? Io non posso rispondere a queste domande, devo pensare alla sopravvivenza della mia società”.
Per poi affermare che il problema non è la competizione sul mercato, del tutto logica in regime di libera concorrenza. Ecco le parole espresse al riguardo: “Non mi preoccupa la competizione, con i cinesi o con chiunque altro, gli altri sono preoccupati. In Stellantis siamo pronti, il punto è che l’Europa ha paura della competizione, ha paura di entrare in gara. Se si ha paura della concorrenza, dei possibili effetti collaterali, si creano delle bolle che non fanno bene al mercato. L’Europa continua ad avere una posizione demagogica, che danneggia il mercato”.
Occorre riconoscere che l’amministratore delegato del gruppo italofrancese non la manda di certo a dire. Una chiarezza che, però, sembra destinata a non produrre frutti. Basta in effetti vedere come Bruxelles prosegua nel suo atteggiamento di chiusura, sia sui dazi che sugli obiettivi ambientali del 2025.
Lo scontro con il governo italiano
Se con l’UE i rapporti di Stellantis sono problematici, con l’Italia sono addirittura ad un punto minimo. Basta vedere in effetti il recente scontro in audizione con deputati e senatori di tutti gli schieramenti e alle successive prese di posizione di membri dell’esecutivo, per capirlo.
Nonostante ciò, Tavares si è detto disponibile a proseguire il dialogo con il governo italiano e con le centrali sindacali. Tanto da affermare: “La mia responsabilità è parlare prima con i sindacati che sono i miei partner. Siamo molto aperti a discutere con il governo”.
Per poi aggiungere di aver cercato di spiegare la situazione nel corso dell’audizione di venerdì scorso. Proprio in questo ambito ha infatti ribadito il suo convincimento: “Ho cercato di spiegare la situazione e che non si devono confondere le cause dell’attuale difficoltà con i sintomi. Il sintomo è che la situazione è caotica, la causa che sta alla radice è che è stata imposta una normativa. Faremo del nostro meglio per risolvere la situazione, ma il governo non può mettersi da parte e dire ‘aspettiamo finché non avrete risolto la situazione’, il governo deve fare la propria parte”. Anche perché, come sottolineato da Tavares, tutto questo è frutto di una normativa varata dai Paesi Ue, Italia compresa.
Infine, le produzioni in Italia, con un focus sulla situazione in cui versa Mirafiori. Secondo Tavares, l’anticipo dell’arrivo della 500 ibrida sulle linee dello storico stabilimento torinese, si tramuterà in un impatto molto positivo e significativo. Quantificato nell’ordine delle 80-100mila vetture all’anno.
A tal proposito c’è anche la notizia relativa alla compressione dei tempi per portare i powertrain ibridi per la 500 a Mirafiori rispetto a quanto annunciato in precedenza. Ora, Stellantis guarda perciò alla fine del 2025, dando un messaggio di speranza per il futuro.