Una nuova tecnologia promette di salvare i camion diesel. L’azienda Remora ha sviluppato un nuovo dispositivo collegato al sistema di scarico per catturare le emissioni di anidride carbonica, che sarà venduta come sottoprodotto ad altre industrie.
I veicoli commerciali e industriali pesanti non sono estranei al processo di transizione verso la mobilità sostenibile in cui è immersa l’industria europea. I camion diesel sono sotto i riflettori: hanno un futuro a medio e lungo termine?
Camion: in futuro potrebbe trovare ancora spazio il diesel
Remora, società con sede in Michigan (Stati Uniti), ha sviluppato un dispositivo molto interessante, il quale, fino a pochi anni fa, sembrava improbabile. Ebbene, i progressi tecnologici degli ultimi anni permetterebbero di catturare e immagazzinare la CO2 emessa dal sistema di scarico degli autocarri per la successiva cessione a terzi. In tale modo viene utilizzato e, soprattutto, se ne evita il rilascio nell’atmosfera. La compagnia ha avviato la costruzione dei prototipi per avviare la fase di test negli Usa.
Una delle chiavi di volta consiste nell’adattabilità a camion diesel esistenti. Si collega ai tubi di scarico e assorbe almeno l’80% delle emissioni di carbonio. Le grandi flotte saranno in grado di ridurre drasticamente le proprie emissioni e quindi di soddisfare gli impegni in materia di clima in modo semplice, veloce ed economico.
Un altro fattore determinante è l’interesse per la CO2 di numerosi settori, tipo i produttori di calcestruzzo. Difatti, ha molteplici modalità d’uso, consumati quotidianamente.
I gas di scarico vengono fatti passare attraverso un accumulatore dai pori microscopici, dalle dimensioni esatte per catturare le molecole. Azoto e ossigeno, analogamente a ulteriori gas, possono passare attraverso tali pori ed essere riemessi dall’atmosfera. In parole semplici, è una sorta di filtro volto a intrappolare la CO2 nel flusso di scarico.
Non appena è completamente saturo di anidride carbonica, si riscalda e i pori si aprono e rilascia l’anidride carbonica. Si ottiene così un flusso puro immagazzinabile a bordo degli esemplari fino allo scarico. Un processo che, secondo l’azienda, può essere svolto in circa 15 minuti.