Calze da neve: omologazione, quando e come sceglierle

M Magarini
Calze da neve

Qualsiasi guidatore saprà per certo che dal 15 novembre al 15 aprile sulle strade e autostrade italiane è obbligatorio adoperare gli pneumatici invernali o 4 season, in linea con gli standard qualitativi imposti dal legislatore. Altrimenti è possibile procurarsi degli strumenti antisdrucciolevoli da equipaggiare qualora ve ne fosse l’esigenza. La soluzione maggiormente in voga sono le catene da neve, ma non costituiscono l’unica opzione della categoria. Difatti, da un ventennio circa sul mercato sono uscite le cosiddette calze da neve o autosock. La prima accoglienza del pubblico è stata positiva, con buoni numeri commerciali messi a segno dalle aziende produttrici, compresa la pioniera norvegese Autosock Operations A.S. Ad averle rese tanto apprezzabili due fattori:

  • il prezzo competitivo;
  • la facilità di installazione.

I conducenti hanno però poi perso gradualmente interesse nei confronti delle calze da neve. Una flessione determinata pure dal pronunciamento delle istituzionali nazionali, con il ministero dei Trasporti che non ne ha voluto proprio sapere di equipararle alle catene da neve. Questo per via dei problemi inerenti all’omologazione. Da lì è partito un contenzioso lunghissimo, mentre altri Paesi europei ne permettevano il ricorso in quanto dispositivi antiscivolo per le gomme alternativo alle catene.

Calze da neve: il rilascio della nuova omologazione europea

Calze da neve

Il rilascio di una nuova omologazione europea (EN 16662-1:2020, recepita poi in Italia con la UNI EN 16662-1:2020) ha messo fine alla disputa legale. Previo superamento di rigorosi test di sicurezza, prestazione e qualità, le catene da neve in metallo sono equiparate ai dispositivi antiscivolo in tessuto (tipo, appunto, le calze, di solito realizzate in poliestere). Anche se con notevole ritardo, il dicastero si è alla fine rassegnato, dando alle calze da neve il riconoscimento che meritano. L’ufficialità perverrà tra solo qualche mese, tuttavia il numero uno della Motorizzazione civile, Pasquale D’Anzi ha dichiarato a Quattroruote che il MIMS si è già attivato in proposito.

È pronto il progetto di decreto ministeriale che riconosce la norma UNI EN 16662-1:2020 quale testo di riferimento in materia. Di conseguenza, ogni strumento riceverà il via libera e sarà legittimamente utilizzabile lungo le strade caratterizzate dall’obbligo di dotazioni invernali. Il nuovo DM sarà adottabile soltanto allo scadere del periodo di notifica dello stesso alla Commissione europea, fissato per il 2 gennaio 2023. Ma essendo una direttiva comunitaria, fin da adesso si ritiene accettabile l’impiego strumenti a essa conformi. Una comunicazione informativa è già stata inoltrata al Viminale affinché ne prenda atto.

Ergo, malgrado il DM sarà aggiornato a gennaio 2023, le calze da neve possono essere montate già dal 15 novembre, quando su parecchie strade del Belpaese scatterà l’obbligo di dotazioni invernali. Al posto delle catene ci sarà la facoltà di puntare sulle calze da neve in totale tranquillità, senza il rischio di incorrere in sanzioni. Passiamo, quindi, ad analizzarne le peculiarità, non prima di qualche cenno storico.

Calze da neve: la storia inizia negli anni Novanta

L’ideazione risale agli anni Novanta, quando Bård Løtveit, futuro fondatore di Autosock, le immaginò in poliestere, una fibra sintetica derivata dal petrolio, di ampio ricorso nell’abbigliamento. Avvolgendo completamente il battistrada della gomma del veicolo, le calze da neve ne migliorano la trazione su superfici coperte da ghiaccio o neve.

Installarle è tutto fuorché complicato. Difatti, è sufficiente prendere una calza nella parte superiore dello pneumatico, accertandosi la buona adesione al lato posteriore. Dopodiché andrà un po’ avanzata l’auto, così da ripetere l’operazione ed effettuare il fissaggio nella zona della gomma che prima toccava la superficie stradale. Per concludere, si percorre un centinaio di metri a velocità contenute, fermando di nuovo il mezzo al fine di verificarne la corretta implementazione e proseguire la marcia in sicurezza.

Oltre al vantaggio economico menzionato in apertura (oscilla nella soglia tra i 30 e gli 80 euro), hanno il pregio di:

  • non rovinare le gomme del veicolo;
  • generare meno vibrazioni (e, pertanto, meno rumore);
  • andar bene pure su mezzi provvisti di pneumatici non catenabili.

La circolazione sulla neve non crea disagi di sorta. Giusto in particolari circostanze, che impongono un maggiore invio di potenza, potrebbero dare risposte meno convincenti delle catene. In aggiunta, se non usate nella maniera opportuna (ad esempio, se lungamente tenuto su tratti privi di neve), tengono a logorarsi velocemente.

Dispositivi supplementari di aderenza

Calze da neve

La UNI EN 16662-1:2020 dà delle precise istruzioni su standard di sicurezza, performance e qualità per i cosiddetti DSA, ossia i dispositivi supplementari di aderenza, da mettere su pneumatici di veicoli delle classi M1, N1, O1, O2 e le sottocategorie rilevanti. Il principale progresso stabilito dal testo redatto dalla Commissione europea è che i requisiti elencati sono applicati a tutti i DSA, a prescindere dalla tecnologia o dal materiale di fabbricazione.

Ergo, le calze da neve in tessuto e le catene da neve in metallo figurano sotto la medesima omologazione in ciascun Paese membro dell’UE, purché il prodotto abbia superato i ligi test imposti dalla norma. Intanto, Autosock e soci hanno rivisto gli articoli immessi in vendita secondo l’ultimo standard di omologazione. Nonostante il lieto fine, lascia davvero senza parole il fatto che una società abbia dovuto affrontare una lunga battaglia giuridica durata quasi un decennio.

Non si sono registrate tali obiezioni negli Stati più evoluti del Vecchio Continente. Da tempo accettano le calze da neve in quanto dispositivi antiscivolo per gli pneumatici. Una delle realtà più lungimiranti è stata la Francia, in cui i modelli che osservano i parametri indicati nel testo legislativo sono ammesse fin dal 2012.

La situazione negli altri Paesi d’Europa

La disciplina tedesca in materia non contempla uno standard specifico. Di conseguenza, in Germania le calze da neve sono ritenute un valido surrogato. In Spagna e in Andorra sono riconosciute come valide alternative da più di 10 anni. In Repubblica Ceca sono ufficialmente omologate dal ministero dei Trasporti nazionali da più di 12 anni.

Il lasciapassare è giunto pure dalla Slovenia e, da fine 2020, dalla Svizzera. Il Touring Club Svizzero ha comunicato che l’uso su strada è legale. Il pronunciamento è derivato dall’approvazione da parte del DTC (Dynamic Test Center SA) elvetico, che ha confermato la validità delle Autosock con la certificazione di conformità KD-0454/20. Ad agevolare il processo ci ha poi pensato l’Ufficio federale delle strade (USTRA) che ha richiesto al DTC di mettere alla prova la qualità dei dispositivi antisdrucciolevoli alternativi alla luce delle normative vigenti. I risultati hanno dato le risposte auspicate, attestandone l’efficacia in partenza, frenata e tenuta di strada in curva su neve e ghiaccio.

L’analogo caso dell’Austria

Un caso analogo all’Italia è quello dell’Austria. Le norme stradali facevano ancora riferimento alla vecchia norma V5117 ormai superata, in base alla quale le calze da neve non trovano omologazione. Dietro alla decisione vi sono, però, pure degli interessi che vanno al di là della mera questione noi sicurezza. Le nebulose normative nazionali rendono poi complicato stabilire se le catene e le calze da neve siano equiparate in Ungheria, Romania, Polonia, Croazia e Albania.

A ogni modo, in tali Nazioni le Autosock e gli articoli analoghi risultano venduti e usati senza particolari difficoltà. Infine, le calze da neve vanno incontro alle direttive dei sistemi extra-UE, ad esempio quelle negli Stati Uniti, dove è consentito circolarvi. Lo stesso discorso vale in riferimento pure a Canada, Cina, Corea del Sud, Giappone e Nuova Zelanda.

 

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