BYD continua a correre in maniera forsennata, nonostante il momento non proprio esaltante del mercato. Nel corso del terzo trimestre dell’anno, infatti, la casa automobilistica cinese ha colto la sesta posizione nella graduatoria globale. Una posizione colta alle spese di Ford, che è stata sorpassata in termini di vendite di veicoli nuovi per la prima volta da BYD (brand cinese). Ora gli analisti sono in attesa dei risultati relativi al quarto segmento annuale che potrebbe sancire il sorpasso anche nell’arco dei dodici mesi. Stando agli ultimi dati disponibili, infatti, il gruppo asiatico è praticamente a cavallo della soglia dei quattro milioni di veicoli venduti. Ove ciò accadesse, il sorpasso sarebbe praticamente servito.
Nel terzo periodo del 2024 BYD ha messo a segno un significativo +38% rispetto al risultato di dodici mesi prima
Nell’arco temporale tra luglio e settembre, BYD è riuscita a vendere ben 1,13 milioni di veicoli. Un risultato tale da segnare un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, tanto da renderlo il trimestre di maggior successo di sempre, per il marchio.
Nello stesso periodo, Ford ha invece venduto circa 40mila veicoli in meno. Un risultato che ha fatto scivolare la casa dell’Ovale Blu in settima posizione, nella graduatoria relativa ai produttori di autoveicoli. Mentre resta in leggero vantaggio nel periodo tra gennaio e settembre, in cui ha consegnato 3,3 milioni di veicoli a livello globale, contro i 3,25 collezionati dalla casa cinese. Il trend in atto, però, sembra andare nella direzione di un sorpasso nell’arco dei dodici mesi da parte di BYD.
BYD, peraltro, non è l’unica azienda cinese a dare più di un grattacapo ai tradizionali produttori di automobili. Le vendite di Geely, infatti, nello stesso periodo preso in considerazione sono aumentate nell’ordine del 14%, che ha visto la casa consegnare oltre 820mila veicoli. In forza di questo dato, è riuscita a posizionarsi davanti a Nissan e dietro Honda, cogliendo una ragguardevole nona posizione. Mentre ha colto la dodicesima posizione il terzo produttore di automobili cinese, Chery, che si è a sua volta segnalata per un aumento del 27% nelle vendite, per effetto delle 550mila unità collocate sul mercato.
Mentre le cinesi salgono, molti marchi occidentali vedono diminuire le proprie quote
Come evidenziato da Nikkei Asia, le vendite di molti marchi provenienti da Giappone, Europa e Stati Uniti sono diminuite nello scorso trimestre. Un esempio in tal senso è rappresentato da Toyota, le cui vendite sono scese del 4%, attestandosi a quota 2,73 milioni di veicoli commercializzati. Anche se ciò non gli ha impedito di mantenere un consistente vantaggio sul gruppo VW. Il brand di Wolfsberg, infatti, ha a sua volta riportato un calo del 7% nelle vendite, limitandosi a 2,17 milioni di veicoli.
Hyundai Motor Group ha dal canto suo mantenuto la precedente terza piazza. Anche in questo caso la vendita di 1,77 milioni di unità si è rivelata sufficiente per permettergli di restare sul podio, registrando però un calo nell’ordine del 3%. A fare peggio di tutti è stata però a Stellantis, le cui vendite sono sprofondate del 20%, per effetto degli 1,14 milioni di veicoli collocati.
L’impennata nelle vendite per BYD ha anche comportato un incremento dei propri dati finanziari. Nel corso del terzo trimestre, infatti, la casa automobilistica cinese ha registrato ricavi pari a 201 miliardi di yuan, l’equivalente di 27,6 miliardi di dollari, superiori a quelli di Tesla, che si attestano sui 25,2 miliardi, sempre di dollari.
BYD si prepara alla guerra commerciale, chiedendo ai fornitori di tagliare i prezzi
Per l’ultima parte dell’anno, intanto, BYD si sta preparando a intensificare la sua offensiva commerciale. Per farlo, sta chiedendo ai fornitori di tagliare i prezzi, dandole modo di accentuare la sua spinta sul mercato cinese, ove è in atto una vera e propria guerra.
A rendere nota la richiesta in questione è stata un’e-mail del vicepresidente esecutivo di BYD He Zhiqi pubblicata sui social media cinesi. In pratica, la casa chiede ai suoi fornitori sconti nell’ordine del 10% per potersi approcciare meglio alla guerra commerciale sempre più aspra sul mercato cinese, il più grande del mondo. Ove riuscisse a far calare i suoi prezzi in tale ordine di grandezza, per la concorrenza di metterebbe molto male.