In Cina è già disponibile, in Italia arriverà il prossimo anno. La première europea della BYD Seal U ha impreziosito il ricco menù dell’IAA Mobility di Monaco. Un SUV elettrico di segmento D col potenziale per riscuotere ampi consensi pure nel Vecchio Continente. Qualora l’operazione avesse successo, il marchio comincerebbe a gettare delle solide fondamenta. In una kermesse dominata perlopiù dalle berline, il Costruttore asiatico si è moso un po’ controcorrente. Un po’, attenzione. I SUV erano e sono il tipo di carrozzeria che va sempre per la maggiore. Se il lavoro è eseguito a regola d’arte, riescono a combinare brio e affidabilità. I tratti distintivi della vettura erano già noti, ma è a partire da ora che il pubblico della nostra penisola accende la considera.
Fra qualche mese sarà disponibile presso i punti vendita, forte di uno stile nelle nostre corde. Difatti, dietro il progetto vi è uno dei più brillanti rappresentanti del tricolore nell’epoca odierna. Quel Michele Domenico Jauch Paganetti con all’attivo un’esperienza di significato in Mercedes-Benz, occupatosi degli interni, eleganti e spaziosi. All’esterno, invece, ha operato Wolfgang Egger per cui occorrerebbe un capitolo a parte. Tra i vari marchi, ha contribuito pure ai progetti di Alfa Romeo, Lamborghini, Lancia e Audi.
Nei prossimi paragrafi ci interrogheremo circa le caratteristiche del veicolo, iniziando proprio dal look. In seconda battuta tratteremo il comfort di bordo, in relazione all’ergonomia e alle dotazioni hi-tech. Mentre ci avvicineremo alle battute conclusive analizzeremo i motori, nonché le batterie e l’autonomia garantita. Ops, non lo avevamo detto… dato il luogo di provenienza, abbiamo ritenuto scontato il powertrain full electric. La terra dei dragoni è avanti di due o tre anni (come ha dichiarato un alto funzionario della Volkswagen in Baviera) e la BYD rispecchia il trend.
Indice Show
BYD Seal U: gli esterni
Quando parliamo di rispecchiare, non intendiamo dire che BYD si sia banalmente omologata alla massa. Semmai gli accumulatori costituiscono il motivo numero uno del forte interesse suscitato nella community. Difatti, prima di occuparsi di vetture, aveva accumulato un notevole know-how in proposito. Dal lontano 1995, dapprima sull’elettronica di consumo. Appurato il forte interesse riscosso dalle proprie creazioni, ha ampliato il raggio d’azione all’automotive. Dapprima come partner esterno di Daimler, Tesla e Toyota, quindi in autonomia.
Il nome della neo arrivata riprende quello della berlina, con l’aggiunta di una “U” di utility per ritagliarsi il suo posto nel mondo. Dalle ruote alte, ha le seguenti dimensioni:
Modello | Lunghezza | Larghezza | Altezza |
Seal U 2024 | 4.785 mm | 1.890 mm | 1.688 mm |
Alla faccia di chi ritiene le BEV poco virili (un deterrente all’acquisto, secondo uno studio dell’Università del Texas), la carrozzeria esprime tratti dominanti. Se ci fosse in ballo la sopravvivenza della specie, allora sarebbe un’eccellente candidata ad assumersi una responsabilità simile.
Avete in programma un viaggetto con la famiglia al gran completo? Lei saprebbe eccome semplificarvi le operazioni. E ve lo diciamo alla luce del capiente vano bagagli. È giusto questione di ripiegare i sedili (frazioni 60:40) e il bagagliaio passa da 552 litri alla bellezza di 1.440 litri. Da dettagli del genere emerge a pieno l’identità da SUV fatto e finito. L’acquirente tipo alla quale la BYD Seal U si rivolge è definito a sufficienza.
In passato forse i contro avrebbero superato i contro in una manovra del genere. Oggi, tuttavia, ci troviamo in un’epoca differente dal passato. La pletora di opzioni disponibili in commercio ha indotto le compagnie a realizzare veicoli su misura. In tal caso non ci troveremo dinanzi alla migliore in uno scenario urbano, perlomeno nelle ore di punta, con il traffico congestionato. Il lato positivo è che pare in grado di affrontare qualsiasi tipologia di terreno.
Gli interni
Non appena la guarderanno, ai fan del marchio verrà naturale esclamare: “È proprio una BYD!”. Lo si nota soprattutto negli esterni, concepiti in segno di continuità con gli ultimi modelli immessi in commercio. Meno evidente è la parentela se osservata dagli interni, giacché il design della plancia e del volante risponde maggiormente a canoni classici. Del resto, la penna è di Paganetti, ex responsabile dell’interior design della Stella di Stoccarda. E mica lo diciamo in senso dispregiativo, anzi.
La community degli automobilisti tende a prediligere idee tendenti al classico o, perlomeno, poco sovversive. Le novità mettono per loro stessa natura una certa apprensione e già ci pensa il “cuore pulsante” ad agitare gli animi. Un aspetto meno rivoluzionario aiuta a sentirsi a perfetto agio nel salotto. E poi non implica una strumentazione tecnologica di basso livello. Trova, infatti, conferma il display rotante LCD mediante cui fruire dei contenuti multimediali, qui da 15,6 pollici di diagonale. A esso si aggiunge il quadro strumenti digitale da 8,8 pollici. Le bocchette di climatizzazione sul cruscotto presentano delle forme organiche. E lo stesso vale in proposito al tunnel centrale, caratterizzato da un selettore del cambio a forma di diamante e da pulsanti organizzati in cerchio attorno.
Sedili trapuntati di buona fattura aventi un motivo a rombi aggiungono un tocco di classe. Il rivestimento azzurro con texture in pelle esalta il tema subacqueo, insieme all’aspetto scamosciato sulla plancia e sulla parte superiore delle porte. Al di là del colpo d’occhio, la BYD Seal U risulta essere pratica. Gli ampi vani portaoggetti permettono di collocarvi all’interno una serie di piccoli oggetti e due smartphone sono ricaricabili contemporaneamente in modalità wireless.
Motori e prezzi
A differenza della berlina Seal, la BYD Seal U prevede due differenti motorizzazioni, entrambe basate su un propulsore da 218 CV:
- BYD Seal U Comfort da 71,8 kWh con una percorrenza di 420 km;
- BYD Seal U Design da 87 kWh con una percorrenza di 500 km.
Lo avevamo vagamente accennato in apertura ed adesso è giunto il tempo di conoscere a fondo la batteria Cell-to-Body con celle LFP (litio ferro fosfato) di tipo “blade”. Per l’esattezza, le 172 celle a forma di lama (“blade”, appunto) compongono l’accumulatore, collocato sotto il pavimento dell’abitacolo. In confronto alle tipiche NMC (nickel manganese cobalto), la chimica LFP ha performance di poco inferiori.
E allora perché la scelta è ricaduta su di loro? In sostanza, sussistono ben quattro ragioni: minor costo, più stabilità, sicurezza e durevolezza. Dai dati comunicati, i cicli di ricarica garantiti ammontano a 3 mila e 1,2 i milioni di chilometri. La ricarica avviene a 11 kW in corrente alternata e 150 kW in continua; in aggiunta, è contemplato il V2L (Vehicle-to-grid), che consente di ricaricare fino a 3 kW i dispositivi esterni mediante un adattatore ad hoc comprensivo di ciabatta.
Poiché basata sulla piattaforma elettrica 3.0 del gruppo, la BYD Seal U 2024 dovrebbe assicurare la ricarica rapida fino a 150 kWh. Il via degli ordini avverrà nel 2024, a prezzi tuttora da comunicare. La rivale numero uno sarà la Tesla Model Y, il modello più venduto in assoluto nella prima metà del 2023.