Non passa praticamente giorno senza che BYD faccia parlare della sua straordinaria crescita, a livello globale. Soprattutto ora che il colosso dell’automotive cinese ha deciso di farsi notare non soltanto per l’attacco alle posizioni più alte della classifica relativa ai produttori di auto, ma anche per progetti industriali che sono sempre più ambiziosi.
Le ultime novità al riguardo sono però assolutamente clamorose. Sono quelle relativa alla costruzione di un nuovo impianto produttivo a Zhengzhou, quindi all’interno del territorio cinese. Un sito che, una volta ultimato, andrà a superare, in quanto a superficie, quello della città statunitense di San Francisco. Diventando in tal modo un vero e proprio simbolo della straordinaria crescita produttiva del colosso asiatico.
BYD, la fabbrica di Zhengzhou sarà gigantesca
BYD è nel pieno di un processo di crescita impressionante. Se di recente si è fatto notare per la presentazione della sua nuova piattaforma di ricarica, destinata a superare il già velocissimo Supercharger di ultima generazione di Tesla, rendendo le operazioni simili a quelle per il rifornimento delle auto endotermiche, quanto si prospetta a Zhengzhou è però molto più impressionante.
La nuova megafabbrica su cui sta lavorando l’azienda, infatti, una volta ultimata assumerà dimensioni da record. Trasformandosi, di fatto, in un vero e proprio simbolo della grande e inarrestabile crescita produttiva del Paese. Stando alle indiscrezioni circolanti, infatti, l’impianto assumerà dimensioni tali da superare addirittura la superficie di San Francisco.
A sostanziare tale ipotesi i dati che stanno girando proprio negli ultimi giorni. In base ai quali, lo stabilimento raggiungerà un’estensione territoriale pari a 32mila acri, il corrispettivo di 129,5 chilometri quadrati. Contro i 30mila raggiunti dalla città californiana senza che nel computo siano considerati anche i sobborghi e la contea.
A rendere ancora più impressionante il dato è però il raffronto con la Gigafactory che Tesla gestisce in Nevada. In quest’ultimo caso, infatti, l’estensione territoriale arriva ad “appena” 3mila acri, quindi poco più di 12 chilometri. Un decimo appena di quanto misurerà il gigantesco sito produttivo di BYD.
Iperbole o meno, si tratta di un dato impressionante
Occorre sottolineare che a suffragare i dati circolanti è anche un filmato che sta circolando su Reddit, in cui viene fatto vedere com’è al momento il nuovo stabilimento e come sarà a lavori completati.
Qualche scettico ha messo in rilievo come gli ultimi numeri ufficiali stridano in maniera significativa con quanto emerso solo pochi mesi fa. Nel corso del 2024, infatti, alcuni rapporti indicavano una superficie già operativa di oltre 16mila acri, quindi circa 64,7 chilometri quadrati. I piani di espansione sono però ancora in corso e nulla vieta che gli ultimi dati emersi siano reali. Anche se non lo fossero, però, si viaggerebbe già su livelli giganteschi.
Occorre peraltro precisare che definirlo soltanto alla stregua di un sito produttivo sembra alquanto riduttivo. Si tratta in effetti di una vera e propria città nella città, potendo contare sulla presenza di condomini messi a disposizione dei dipendenti, con esercizi commerciali e tutto il resto. A disposizione di una forza lavoro che, a regime, dovrebbe raggiungere i 900mila addetti.
Il simbolo della nuova Cina
L’operazione condotta da BYD non è da considerare un vero e proprio inedito. In effetti già la FIAT ha fatto qualcosa di analogo a Mirafiori, così come la Volkswagen ha creato un vero e proprio ecosistema intorno al suo sito di Wolfsburg. Nel caso di Zhengzhou, però, le dimensioni sono enormi. Tanto da spingere molti osservatori a indicarlo come un vero e proprio simbolo di una Cina sempre più proiettata verso l’assunzione del ruolo di superpotenza globale.

Come abbiamo già ricordato, BYD si trova in un momento particolare della sua esistenza. Mese dopo mese sta rafforzando la sua posizione nel mercato automobilistico mondiale. E ha già scalzato Tesla dalla leadership del settore EV, approfittando anche dei problemi derivanti dalla sovraesposizione mediatica e politica di Elon Musk.
E nella sua strategia commerciale, un ruolo di spicco spetta all’Europa. Ove la casa cinese è intenzionata ad aprire un terzo impianto, per bypassare i dazi dell’UE contro le auto elettriche prodotte in Cina. Purtroppo, sembra proprio da escludere l’ipotesi che sia l’Italia ad approfittarne. Nonostante un indotto molto considerato dal management di BYD, il nostro Paese sembra destinato a pagare cara l’ostilità verso i veicoli cinesi palesata dal governo Meloni. A tutto vantaggio della più pragmatica Germania.