Nei prossimi mesi la cinese BYD intende dilagare in Europa con le auto ibride plug-in che, come tutti sanno, sono vetture termiche a benzina ricaricabili. Dietro, c’è Alfredo Altavilla, Special Advisor per il mercato europeo dell’azienda di Shenzhen: è lui che ha persuaso il colosso asiatico a spingere sull’acceleratore delle PHEV, come riporta la Reuters. Infatti, oggi e anche in un futuro prossimo il consumatore UE chiede macchine pratiche, comode, senza ansia da ricarica. Per le elettriche è presto, perché le colonnine nel Vecchio Continente sono poche e lente. Oltretutto nell’immediato le full electric Made in China pagano dazio: al massimo, le cose cambieranno quando le due fabbriche in Ungheria e Turchia sforneranno elettriche scavalcando le tariffe. Adesso, la manovra di aggiramento avviene con le ibride alla spina.
BYD si riorganizza per stravincere
Il colosso del Dragone sta riorganizzando le sue attività in Europa dopo alcuni passi falsi strategici, tra cui la difficoltà nel reclutare un numero sufficiente di concessionari. Inutile e anzi dannoso spingere troppo sull’elettrico che il mercato non vuole: si gira attorno a un 15-17% di quota mercato, enormemente inferiore alle attese. Con questi numeri, escludendo le Case cinesi, nel 2025 i costruttori UE non centreranno mai il target della riduzione delle emissioni anti multe da 16 miliardi di euro nel 2026.
BYD recluta il meglio in Europa, Italia inclusa: va a caccia di talenti un po’ messi da parte o dimenticati o pagati poco. Inglobandoli, fa un doppio affare, perché si arricchisce di conoscenza e sottrae i migliori agli altri. A dare l’ok finale sui temi chiave il fondatore e presidente di BYD, Wang Chuanfu. “È stato molto rapido nel recepire il messaggio e nel fornire suggerimenti agli ingegneri di BYD: ogni nuovo modello dovrebbe essere disponibile sia in versione elettrica sia ibrida plug-in per l’Europa – ha dichiarato Altavilla -. È necessario educare i clienti alla transizione ecologica”. Si chiama transizione perché è un passaggio lento e graduale. Non si va subito dal diesel all’elettrico scomodo per la carenza di punti di ricarica pubblici.

Trasformazione manageriale di Shenzhen
BYD ha contattato Altavilla, ex dirigente di Fiat-Chrysler, lo scorso giugno e ne ha annunciato la nomina ad agosto. Lavorava come consulente senior presso la società di private equity CVC Capital Partners. L’italiano, a sua volta, ha assunto diversi manager emergenti di Stellantis, tra cui Maria Grazia Davino per la Germania e una manciata di altri Paesi dell’Europa centrale, Alessandro Grosso in Italia e Alberto De Aza in Spagna. Sentiamo il gossip Reuters: “Non erano persone che eravamo felici di perdere”, ha dichiarato una fonte di Stellantis a conoscenza del lavoro dei dirigenti che ora sono alla corte del gigante del Celeste Impero. A ulteriore dimostrazione della determinazione di BYD a rafforzare rapidamente le sue attività europee, lo scorso anno l’azienda ha nominato la sua seconda dirigente, Stella Li, responsabile della regione. Ha sostituito l’ex responsabile europeo Michael Shu, che aveva puntato troppo sulle elettriche in UE. La multinazionale del Regno di Mezzo va di fretta: in Cina, le vendite sono aumentate di sette volte dal 2020 a 4,2 milioni di veicoli nel 2024. BYD ha superato Tesla lo scorso anno come principale venditore di veicoli elettrici al mondo ed è ora la sesta casa automobilistica globale. Ora, intende conquistare l’Europa.
Rivali cinesi: Pechino intende correre
L’azienda troverà sia i concorrenti locali sia rivali cinesi che si affrettano a entrare in Europa, tra cui Chery, Geely, Xpeng e, più recentemente, Changan. Tutte le Case automobilistiche cinesi subiscono pressioni per crescere nei mercati esteri per aumentare i profitti, difficili da sostenere in Cina a causa di una prolungata guerra dei prezzi tra decine di marchi di veicoli elettrici. Pertanto, se la fame di auto viene placata da mille fornitori nella nazione del Dragone, c’è il Vecchio Continente che diviene l’Eldorado dei cinesi. Le cose si sono capovolte, in quanto in passato erano le Case UE a desiderare di invadere Pechino e dintorni.