L’espansione globale dei cinesi di BYD è appena cominciata. Il costruttore ha prodotto infatti ben 3 milioni di nuovi veicoli in Cina, piazzandone 240.000 al di fuori dei confini domestici grazie a esportazioni che stanno imboccando la strada di una sempre più corposa espansione globale. Non è un caso se il 20% delle importazioni di veicoli elettrici in Giappone riguarda modelli appartenenti a BYD, così come non è un caso che il costruttore cinese sia al top anche in mercati importanti come Tailandia, Messico e Brasile. Al Salone dell’Auto di Ginevra ha mostrato le YANGWANG U8 e Denza N7. Di recente è emerso anche che BYD risulta in contatto col Governo Italiano per la realizzazione di uno stabilimento produttivo in Italia.
Tutto ciò però ad esclusione del mercato statunitense, perlomeno a sentire quanto espresso dalla vicepresidente esecutivo del costruttore cinese e AD di BYD Americas Stella Li. BYD non avrebbe infatti alcuna intenzione di vendere, e quindi importare, i suoi veicoli elettrici negli Stati Uniti. Secondo Stella Li il mercato statunitense risulta sicuramente “interessante”, ma ancora troppo complicato da sostenere in virtù di decisioni politiche “contrastanti”.
Stella Li, dopo aver annunciato a Yahoo Finance la nascita di un nuovo stabilimento produttivo in Messico già a partire dalla seconda metà dell’anno, ha messo a tacere le speculazioni su un possibile approdo negli Stati Uniti da parte di BYD. Le notizie relative ad un possibile approdo negli USA da parte del costruttore cinese erano giunte all’inizio del mese dal capo di BYD Messico, Zhou Zou, che a una testata specializzata aveva ammesso che BYD stava valutando la realizzazione di uno stabilimento produttivo in Messico; le speculazioni avevano provato a ipotizzare la possibilità che il Messico sarebbe diventato un naturale hub di esportazione verso gli Stati Uniti.
Secondo BYD lo stabilimento messicano andrà a fornire sostegno alla esclusiva domanda del mercato messicano
Stella Li ha quindi dovuto confermare che BYD non ha alcuna intenzione di lanciare nuovi veicoli elettrici destinati agli Stati Uniti. Piuttosto ha affermato che lo stabilimento messicano andrà a sostenere le richieste del solo mercato messicano: “non abbiamo intenzione di approdare negli Stati Uniti”, ha infatti ammesso la Li. Quando gli è stato chiesto quali erano i motivi della risposta negativa a una possibile espansione negli USA, Stella Li ha risposto che si tratta di qualcosa di “troppo complicato” perlomeno quando si parla di veicoli alimentati da propulsori elettrici. Secondo la numero uno di BYD Americas il mercato statunitense è ancora troppo lento sul fronte dell’elettrificazione e quindi risulta essere ancora particolarmente “confuso”.
Alla domanda relativa a una possibile influenza della politica, Li ha ammesso che sulla questione la politica complica le cose e crea confusione fra gli utenti che non sanno più quale tipologia di veicolo scegliere. Secondo Stella Li si crea confusione anche fra i costruttori di automobili. Ricordiamo che oggi la Cina possiede circa il 35% di quota di veicoli elettrici mentre gli Stati Uniti circa il 7%. Secondo BYD tale discrepanza è dovuta alle restrizioni presenti negli USA, quelle utili a promuovere gli investimenti locali.
Nel frattempo la prima nave da trasporto auto di BYD, la Explorer No.1, è arrivata in Cina all’inizio di quest’anno. La cosiddetta nave da trasporto “Ro-Ro” (Roll on, Roll off) è lunga 200 metri e può trasportare fino a 7.000 veicoli. Si tratta della prima di otto unità destinate a implementare l’esportazione dei veicoli a marchio BYD; essendo anche la prima nave costruita da un cantiere cinese progettata per l’esportazione di veicoli, l’Explorer No.1 di BYD segna una pietra miliare importante.
Dopo essere salpata all’inizio di questo mese, la prima nave mercantile di BYD è attraccata in questi giorni a Bremerhaven, in Germania. Qui 3.000 veicoli a marchio BYD verranno scaricati e proposti sul mercato man mano che il costruttore espanderà la sua presenza nel Paese.
Secondo Wang Junbao, direttore generale di BYD Corporate, il costruttore prevede di utilizzare le navi Ro-Ro non solo per i veicoli a marchio, ma anche per avviare collaborazioni con altri costruttori automobilistici cinesi.