BYD all’attacco: in Indonesia la quinta fabbrica fuori dalla Cina

Ippolito Visconti Autore News Auto
a cinese BYD è senza freni: la sua espansione globale prosegue con una quinta fabbrica fuori dalla Cina, stavolta in Indonesia, nella famigerata isola di Giava.
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La cinese BYD è senza freni: la sua espansione globale prosegue con una quinta fabbrica fuori dalla Cina, stavolta in Indonesia, nella famigerata isola di Giava. L’azienda di Shenzhen ha comprato un terreno di addirittura 100 ettari nella zona industriale di Subang: avvierà a breve i lavori di costruzione di un ennesimo sito produttivo. Con investimenti da 1,2 miliardi di euro. Attività produttive al via a gennaio del 2026 con una capacità di ben 150.000 veicoli l’anno. 

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Con l’Indonesia, BYD cala il pokerissimo

Al di là delle fabbriche in Cina, BYD ha gli stabilimenti annunciati o in fase di costruzione in Thailandia, Uzbekistan, Brasile e Ungheria. Più il quinto nell’isola di Giava, in Indonesia. L’espansione europea è fra le più interessanti da seguire: in terra ungherese potrebbe perfino non pagare i dazi annunciati dall’Ue per le auto che arrivano dalla Cina. Queste non arriverebbero da Pechino ma dall’Europa stessa. L’Ue potrebbe però reagire mettendo i dazi anche alle auto fatte dai cinesi in Europa: una guerra commerciale totale, frontale, fatta di aggressività politica ed economica.

Nel 2025, lo stabilimento nascerà a Szeged (una città nel sud-est dell’Ungheria): da qui usciranno elettriche e ibride plug-in: un graduale incremento delle produzioni e una capacità, a regime, di 200 mila vetture per il 2028. In un parco industriale da 300 ettari. D’altronde, a Komarom, sempre in Ungheria, la BYD dal 2016 ha un impianto per la produzione di autobus.

Anche NIO accelera

La BYD punta a un accordo per fornire le batterie per i modelli del nuovo marchio di elettriche premium Onvo, del Gruppo NIO. Che mira a due nuovi modelli per il mercato europeo: una Suv di 30 mila euro circa sarà la punta di diamante. Ma come reagiscono i Paesi Ue di fronte all’avanzata cinese? Benissimo: i cinesi portano occupazione diretta e indotto. In occasione della visita a Parigi del presidente della Cina, Xi Jinping, il ministro dell’Economia della Francia, Bruno Le Maire, ha detto: la Francia accoglie con favore tutti i progetti industriali. Quindi BYD e l’industria automobilistica cinese sono più che benvenute. Sulla stessa linea il governo di Giorgia Meloni: si cercano Case del Dragone per il Belpaese.

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