Buone notizie (finalmente) per Termoli, dal 2026 produrrà cambi eDct

Dario Marchetti Autore
Fabbrica Stellantis

Dopo le tante indiscrezioni non proprio positive su Termoli, ora sembra all’orizzonte una schiarita. Stellantis, infatti, ha deciso di ampliare la sua rete di fabbriche dedicate alle trasmissioni destinate alle auto ibride. E nell’ambito di questo nuovo piano, il gruppo italofrancese ha provveduto all’assegnazione della produzione dei cambi eDCT (Electrified Dual Clutch Transmission) anche all’impianto molisano. Una notizia da accogliere sicuramente con favore, in un momento in cui l’industria automobilistica è costretta a segnare il passo in maniera molto evidente.

Anche a Termoli la produzione dei cambi eDct

Dal 2026 anche l’impianto Stellantis di Termoli inizierà a produrre le trasmissioni dedicate ai modelli ibridi del gruppo italofrancese. L’obiettivo, una volta che la produzione sarà andata a regime, è stato indicato in trecentomila unità all’anno, da aggiungere ai sistemi già assegnati agli stabilimenti di Mirafiori e Metz.

Stellantis Termoli

La produzione in questione è quella relativa alla tecnologia di ibridazione che va a integrare un motore elettrico da 21 kW in una trasmissione a doppia frizione, equipaggiando l’intera gamma di veicoli mild hybrid e la nuova generazione degli ibridi plug-in (Phev).

Una decisione, quella assunta da Stellantis, la quale fa seguito alla recente acquisizione del totale controllo della joint venture che era stata appositamente creata con la belga Punch Powertrain nel 2018. E che andrà a riflettersi anche sugli altri impianti che sono attualmente al lavoro sulla produzione di componenti chiave per gli stessi cambi. È infatti in preventivo un aumento dei livelli produttivi per quanto concerne la componentistica di Sint Truden e Metz, con conseguente aggiunta di una nuova linea di assemblaggio.

Un impegno per l’Italia

È stata la stessa Stellantis a commentare la decisione presa, sottolineando in particolare come la decisione di portare a Termoli cambi eDCT sia da interpretare alla stregua di un ribadito impegno per le fabbriche italiane. Il tutto dando seguito al piano industriale che era stato presentato lo scorso dicembre presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Naturalmente, anche i siti produttivi francesi sono destinati a beneficiare del nuovo piano, dopo aver visto convergere nel corso dell’ultimo quinquennio tre miliardi di euro di finanziamenti. Risorse che sono state investite nell’ottica di un consolidamento della competenza di Stellantis nella produzione di propulsori e componenti per veicoli elettrici a batteria e ibridi.

La casa italofrancese, infine, ha voluto sottolineare come “la scelta di incrementare la produzione dei cambi eDCT è altresì in linea col piano strategico”. Proprio al suo interno, infatti, è previsto non solo l’ampliamento, ma anche il rinnovamento della gamma ibrida.

Lo scetticismo dei sindacati

Naturalmente, le notizie relative all’impianto molisano di Stellantis sono da accogliere con favore. Soprattutto alla luce delle affermazioni dell’amministratore delegato di TotalEnergies Patrick Pouyanné, rilasciate alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. In quell’occasione, infatti, si era ventilata l’ipotesi di non destinare una parte della produzione di Automotive Cells Company (ACC), la joint venture con Stellantis e Mercedes-Benz incentrata sulla produzione di alimentatori per le auto elettriche, a Termoli.

Stellantis cambi eDct

A motivare tali parole i costi troppo alti dell’energia nel nostro Paese, soprattutto se rapportati a quelli della Francia, che può godere di quella prodotta dalle centrali nucleari. Queste le parole rilasciate al proposito da Pouyannè: “Dal mio punto di vista di rappresentante dell’industria, è meglio concentrare gli sforzi su un solo impianto, quello francese.”

La nuova assegnazione produttiva a favore di Termoli è stata naturalmente oggetto di commento da parte dei sindacati. Già scottati dalla carenza di risposte dell’azienda proprio sulla gigafactory molisana, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, hanno salutato la decisione di portare i cambi eDct a Termoli come un segnale “importante per lo stabilimento, poiché l’assegnazione di questa nuova produzione impiegherà circa 300 lavoratori”.

Per poi sottolineare come tutto ciò non comporterà nuove assunzioni, alla luce della perdita occupazionale derivante dalla chiusura della produzione del motore Fire. Infine, i sindacati chiedono risposte chiare non solo sulla gigafactory, ma anche sulle produzioni le quali potrebbero in effetti riuscire a garantire un futuro al sito molisano.

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