Bugatti non è mai stata certamente una casa particolarmente interessata ai grandi volumi. Anzi, il suo fascino deriva anche e soprattutto dalla rarità degli esemplari immessi in commercio, curati fino al minimo dettaglio dai maestri artigiani. Eppure, certe bellezze vanno oltre la media, rivelandosi decisamente più introvabili di altre disponibili sul mercato. Un chiaro esempio è l’EB112, un berlina dalle tinte “black” simile a una fastback immaginata come un seguito dell’EB110, in cantiere quando l’azienda è collassata nel 1995 e resuscitata grazie una società di terze parti verso la fine degli anni ’90. Gli storici concordano sul fatto che siano stati costruite tre unità di EB112. E la seconda è stata messo in vendita da un concessionario in Germania.
Bugatti EB112: una grande berlina da 460 cavalli per ridare linfa vitale alla Casa francese
Presentata sotto forma di concept nel corso dell’edizione 1993 del Salone di Ginevra, la EB112 ha rappresentato uno dei modi in cui l’imprenditore italiano Romano Artioli sperava di dare nuova vita vitale alla prestigiosa Casa automobilistica francese. Ha preso la forma di una grande super-berlina a quattro porte con un corpo in alluminio e un V12 aspirato da 6,0 litri configurato per inviare circa 460 cavalli alle quattro ruote tramite un cambio manuale a cinque rapporti. Offriva ai passeggeri interni lussuosi senza comunque esagerare. In breve, era approdata la Royale dei giorni nostri.
Nella scheda tecnica di allora, Bugatti garantiva uno scatto da 0 a 100 orari in 4,3 secondi, un valore decisamente impressionante, vista l’epoca e il peso del veicolo. La velocità massima, altrettanto ragguardevole, era indicata, invece, in 300 km/h. Gli ordini iniziarono a pervenire, ma Bugatti dichiarò bancarotta nel settembre 1995 e il progetto fu annullato. Si chiuse baracca e burattini a Campogalliano, in Italia, lasciando dietro di sé 128 esemplari di EB110 e un EB112.
Ma la storia non finisce qui: due ulteriori EB112 furono lasciate parzialmente assemblate all’interno della cosiddetta Blue Factory. Secondo il concessionario Schaltkulisse, Gildo Pallanca Pastor ha assorbito alcune dei rami dell’azienda e ha chiesto al Monaco Racing Team di completare le opere incompiute. L’auto attualmente acquistabile è la prima di quelle.
Prezzo solo su richiesta
Schaltkulisse sottolinea che il numero di telaio 39002 è stato ordinato il 27 aprile 1993 dall’importatore svizzero di Bugatti e consegnato nel febbraio 2000. È registrato a Ginevra dal 2003 e il suo contachilometri indica circa 3.900 km, un valore decisamente basso, il che contribuisce, naturalmente, al valore complessivo. È presentata come la vettura di un proprietario ancora alimentata da un V12 da 6,0 litri montato frontalmente, al centro. Il prezzo è disponibile unicamente su richiesta, ma è bene metterlo subito in chiaro: meglio non aspettarsi che questo gioiello, parte integrante dell’heritage Bugatti, costellato da alti e da bassi, sia economico.