La Bugatti Bolide ha sollevato il velo su un aspetto molto importante della sua ingegneria: l’impianto frenante. Questo componente, fondamentale per ogni veicolo ad alte prestazioni, è stato sviluppato in stretta collaborazione tra il marchio francese e Brembo, leader mondiale nei sistemi di frenata.
La Bolide, con il suo motore W16 e le tecniche di alleggerimento, richiedeva un sistema frenante all’altezza delle sue prestazioni di alto livello. La risposta di Brembo è stata un impianto in carbonio, il più grande mai realizzato dall’azienda, che si equipara alla tecnologia utilizzata in LMh/LMDh e in Formula 1.
Bugatti Bolide: Brembo ha creato un impianto frenante in carbonio ad alte prestazioni
I freni anteriori della nuova hypercar sono i più grandi mai realizzati in carbonio, con due pinze monoblocco a otto pistoni, dotate ciascuna di quattro pastiglie ad alte prestazioni da 25 mm, e dischi in carbonio di dimensioni notevoli (390×37,5 mm).
Anche i freni posteriori, con pinze monoblocco a sei pistoni e dischi di 390×34 mm, rispecchiano la classe LMDh, confermando l’ambizione di Bugatti di offrire prestazioni impareggiabili in pista.
Mario Almondo, Chief Operating Officer della divisione Performance di Brembo, ha sottolineato la sfida unica rappresentata dallo sviluppo di questo impianto. La necessità di ridurre il peso complessivo, pur garantendo una conducibilità termica eccezionale per una dissipazione del calore superiore durante frenate intense, ha portato alla realizzazione di un sistema di frenata che bilancia perfettamente leggerezza e potenza.
Non solo pinze, pastiglie e dischi, ma un insieme armonico di precisione ingegneristica, che include cilindri maestri su misura e un fluido molto speciale. Questo approccio olistico affina ulteriormente la dinamica della Bugatti Bolide, evidenziando la collaborazione tra le due aziende nella scultura dei condotti d’aria dei freni, ottimizzati per rispondere alle esigenze di questo sistema all’avanguardia.
Il sistema di raffreddamento dei freni, essenziale per gestire la potenza e la coppia del W16 (soprattutto sulle ruote anteriori) è stato un punto focale. Circa l’85-90% del flusso d’aria è diretto verso dischi e pastiglie, con una minore quantità che raggiunge le pinze, una strategia sviluppata attraverso simulazioni dinamiche dei fluidi computazionali (CFD) e test approfonditi.
Un ciclo di feedback continuo tra simulazioni, sessioni al dinamometro e analisi in pista ha permesso di sintonizzare finemente le prestazioni dell’impianto frenante, garantendo che la Bolide eccella in ogni aspetto e condizione climatica, senza compromettere sicurezza o sicurezza.